Trovo surreale il tentativo di mascherare uno dei più clamorosi flop prodotti dal partito “di lotta e di governo” e dai quindici anni di governo della Regione Lombardia, venendo a Malpensa con uno Consiglio straordinario di vicinanza al territorio con nuovi effetti annuncio di difficili prospettive di rilancio.
I buoi sono scappati dalla stalla quando Malpensa è stata declassata nel fantomatico salvataggio di Alitalia che ha mantenuto su Fiumicino e su Roma il ruolo di Hub internazionale del Paese.
Oggi cerchiamo di chiudere la stalla proponendo qualche centesimo di indennizzo agli enti locali del territorio, dimenticando che ogni passeggero che passa dagli aeroporti lombardi già paga da due anni 2 euro di tassa di transito in più per sostenere i numerosi dipendenti Alitalia messi in cassa integrazione a Roma a stipendio pieno.
Su quella scelta del Governo Berlusconi, Bossi, Tremonti, se ne è andato un altro fondamentale pezzo della Padania e del Federalismo, quello della autodeterminazione a meglio organizzare la mobilità del nord del Paese, al centro dell’Europa e delle nuove esigenze di competitività nella globalizzazione delle opportunità.
Oggi sono arrivati al pettine tutti i nodi di una Malpensata impostazione nazionale, ma anche di una malriposta scelta territoriale che vede il declassato aeroporto lontano da adeguate infrastrutture della mobilità, ancora sulla carta con progetti che devono diventare cantieri. Il nostro viaggio di oggi per arrivare qui lo dimostra, se mai ci fossero ancora dei dubbi.
Gli insopportabili ed iniqui tagli del decreto Tremonti che colpiscono in particolare il trasporto pubblico con oltre 110 milioni di tagli rischiano di far saltare l’ambizioso progetto di modernizzazione della mobilità lombarda, che con il corridoio 5 della Tav, la nuova rete autostradale Pedemontana, i vari sistemi di viabilità locale di raccordo, dovevano realizzare un sistema integrato aria – ferro – gomma su un policentrismo aeroportuale adeguatamente ristrutturato e raccordato alle vocazioni economiche delle diverse province. Oggi dobbiamo constatare che il perno sul quale tutto ruotava, la porta internazionale italiana, si chiude con il rischio di declassare anche gran parte dei progetti e delle grandi opere su cui tanto stiamo investendo perché concepiti proprio sulla internazionalità di Malpensa.
Abbandonata dal Governo Berlusconi, rimpianta dal governo regionale, orfana delle attenzioni delle altre regioni del nord, ancora lontana da adeguati collegamenti ferroviari ed autostradali non ancora completati e che misurano ora i loro sogni su Expo 2015, Malpensa è sola a misurarsi sul mercato della mobilità europea con l’unica potenzialità di poter essere al servizio di una popolazione dinamica e operosa, ancora avanzata economicamente, con forte vocazione internazionale, che viaggia, che sa fare le sue scelte e cha sa valutare tempi e costi delle proprie esigenti necessità.
Malpensa deve saper competere e ritagliarsi una sua nuova vocazione, ma non a discapito di altre situazioni che hanno saputo trovare equilibrio ed efficacia nel servizio propulsivo al proprio territorio.
Dalla crisi si esce valorizzando e implementando un sistema integrato aeroportuale lombardo veneto dove i buoni livelli raggiunti sullo sviluppo di specifiche vocazioni siano base comune di rilancio non oggetto di improvvide concorrenze.
Malpensa non può ritrovare un nuovo spazio a discapito di ciò che funziona ad Orio al Serio, diventato proprio in questi giorni il terzo aeroporto d’Italia per traffico passeggeri superando anche Linate. Nelle dimensioni ottimali per i voli low cost e nel patto territoriale degli enti locali bergamaschi al servizio dell’economia territoriale, questa infrastruttura è diventata il motore propulsivo di un forte sviluppo diventando il più importante impianto produttivo della bergamasca.
C’è un policentrismo aeroportuale del Nord da tenere al centro delle ulteriori iniziative, dove Linate può continuare a mantenere validità come scalo della navetta Milano – Roma, Orio rafforzare il suo primato di Capitale del Sud Europa per il voli low cost, Brescia - Verona ritagliarsi spazio nel Cargo, Venezia rilanciare la sua vocazione turistica nell’Adriatico.
Per fare sistema, per fare federalismo aeroportuale integrato, occorre un forte indirizzo politico tra le regioni del nord.
La Regione Lombardia più che prestarsi a retoriche ed improbabili celebrazioni manageriali di altri, che ben poco hanno da presentare, dovrebbe sulle macerie di un grande disegno fallito assumere in presa diretta la propria responsabilità di indirizzo e di gestione di strutture fondamentali per qualsiasi ipotesi di ripresa e di sviluppo che solo nella competitività e nell’efficienza possono dare una prospettiva all’economia lombarda.