28 set 2010

Non parlo delle grandi aziende, ma soprattutto dei piccoli industriali, degli artigiani: rischiare non conviene perché …

Oggi tutto poi si muove attorno al Pil (Prodotto Interno Lordo), che effettivamente non cresce o cresce poco: pare che la felicità delle persone sia legata a questo dato statistico.

Infatti la qualità della vita non esiste più, poi un mondo sempre più aristocratico, snob verso tutto ciò che è … popolare, semplice, spontaneo pare dominare la vita non degli adulti, ma dei ragazzi e dei ragazzini.

Questa è l’era dei pataccari, dei venditori di fumo, dei gonfia palle: ciò che conta è far credere di avere, di essere ricco e potente, disprezzando i poveri o i presunti tali.

In questa situazione non ci deve stupire che l’attenzione va sui pettegolezzi politici, come tante comare che vanno a lavare i panni alla fontana.

Serve altro, molto altro: i programmi dovrebbero essere successivi all’analisi sociale ed economica dell’Italia.

Sinceramente, nonostante sia attento ai progetti politici dei nostri cari rappresentanti, non capisco cosa vogliono fare per noi.

Esiste il problema della perdita di competitività dell’economia reale, c’è pure un impoverimento dei salariati.

Capire cosa sta capitando è fondamentale: manca lo stimolo per gli imprenditori di investire in Italia.

Non parlo delle grandi aziende, ma soprattutto dei piccoli industriali, degli artigiani: rischiare non conviene perché …

Il motivo è misterioso: c’è una stanchezza profonda.
Un tempo industriali diventavano gli artigiani che allargavano le loro attività produttive, facevano studiare i figli come ingegneri e da piccoli imprenditori crescevano a medi e a grandi industriali.

La voglia di fare dei padri e dei nonni è scomparsa.