30 ott 2010

Serviamo per le statistiche, per le campagne pubblicitarie, ma anche per il controllo sociale e politico delle nostre vite.

Sono 400 gli agenti della Direzione investigativa della Polizia postale che potranno controllare tranquillamente i 17 milioni di profili italiani di Facebook: la polizia così potrà avere accesso alle pagine del social network "senza dover presentare una richiesta alla magistratura e attendere in tempi necessari per una rogatoria internazionale".
Questo è un accordo siglato tra la polizia e il Facebook, allo scopo di controllare ed individuare pedo-pornografia, phishing e truffe telematiche.
E' corso un brivido in Internet, ma la polizia postale ha smentito operazioni illegali, senza l'autorizzazione del magistrato, che comportano controlli sulla vita privata delle persone.
Il grande fratello su Internet esiste realmente, il grande controllore che ci spia, ma lo fa non perché ama i nostri affari personali, anzi per lui non siamo persone, ma numeri.
Serviamo per le statistiche, per le campagne pubblicitarie, ma anche per il controllo sociale e politico delle nostre vite.
Era ed è inevitabile che qualcuno, più scaltro dei nostri politici nazionali, abbia capito l'enorme potere che dà questo strumento globale, mondiale: siamo tutti attori di un manipolatore.
No, non esiste una persona singola, o un potere alle nostre spalle che ci controlli.
Se esiste ha il volto tipico dello sbirro baffuto di qualche repubblica delle banane o altro di molto simile: i dati che escono da Internet sono dei multipli del miliardo ed è impossibile vedere, capire e controllare tutto.
I padroni di tutto questo sono gli abitanti del villaggio globale che si incontrano e trovano un loro linguaggio comune, interessi comuni, affari e scambi per guadagnare un po' tutti.
Sì, su Internet si è formata una comunità un po' particolare, che tende sempre di più ad amalgamarsi, ad avere una lingua comune, così si forma un pensiero uniforme: è la fine delle incomprensioni culturali, tra popoli differenti, almeno per quanto riguarda il popolo di internet.
Quindi questo miliardo e 500milioni, circa, di utilizzatori di questo strumento nuovo e unico nella storia umana, rappresentano le persone che detengono il potere sulla terra: sono i più ricchi, sanno navigare in un motore di ricerca, sanno raggiungere informazioni e mercati che altri non si possono neppure immaginare.
Sono degli avvantaggiati per un miliardo di occasioni in più rispetto a tutti coloro che non sanno usare un computer : oggi si può parlare di analfabetismo informatico, grave quanto quello dell'alfabeto.
Sì, scusate se lo dico, ma questa società che sa comunicare, litigare virtualmente e trafficare in tutte le lingue vive del pianeta ha il controllo sul mondo: basta parlare di controllori esterni, basta credere che il potere rimarrà in mano a lungo ai burocratici ammuffiti, ai politicanti vecchio stile, ai teocratici.
Chi controlla internet e tutti ciò che c'è dentro ha il potere, ma il controllo è culturale, è un pensiero che domina, giusto o sbagliato che sia, gli altri pensieri.
Abbiamo qualche poliziotto che ci spia la posta elettronica?
Lo potevano fare anche prima e forse lo hanno fatto senza che noi ce ne accorgessimo, aprendo le lettere con vecchi trucchi, come quelli dell'Ottocento.
Siamo noi però che possediamo tutte le informazioni giuste, per le vacanze, per cercare il lavoro, per i nostri commerci, anzi spesso per i nostri traffici.
Io sono certo che ormai l'umanità si sia suddivisa tra chi può accedere a Internet, per avere vantaggi economici, soprattutto per avere informazioni e chi no.
Salute, lavoro, commerci, amicizie e scambi di notizie per i nostri progetti si muovono in modo rapidissimo: più che un villaggio questa è una cittadella per privilegiati, in mezzo alla miseria del resto dell'Umanità.
Sono circa un quarto della popolazione mondiale complessiva coloro che utilizzano, qualche volta o sempre Internet: sono loro, siamo noi i controllori di tutto e di tutti, nonostante le leggi sulla privacy.
Tutti possiamo fare ricerche dove accumulare dati, fatti di persone che neppure sanno di essere su Internet.
La privacy su Internet, nei social forum è una grande fiaba, che vogliamo raccontare, ma non esiste, se non nel mondo dei sogni.