Appena
entrati nel locale si avverte subito la sensazione di trovarsi come a
casa propria. Una calda atmosfera gira serena fra i tavoli e i
padroni di casa ci accolgono sempre con un sorriso. Il fuoco arde nel
forno dove Carrara Giuseppe, oltre a cuocere le pizze, inforna un
ottimo pane che fa da Re in questo locale. La regina è la polenta,
classica o taragna, ben condita come vuole la tradizione bergamasca.
Le carni eccellenti, spaziano dal coniglio arrosto, ai brasati di
cacciagione o di allevamento. La cuoca, Pianetti Marilena, moglie del
pizzaiolo/panettiere è sempre attenta affinchè i clienti siano ben
serviti. Al sabato si ritrovano amici di Serina che amano dialogare
intorno ad un bel desco sorseggiando buon vino in allegria. E’
diventato quasi un rito i “Sabati” alla “Fenice”. Mi ricorda
i locali del ‘900 dove si incontravano artisti, musicisti,
letterati e dove quasi sempre nasceva un Movimento! Ancora oggi si
possono leggere i nomi illustri che sono passati in quei locali. E’
quasi impossibile ed è raro, oggi trovare un locale così
accogliente: raro come la creatura mitologica che impone il nome al
Ristorante. Un nome senza tempo, come noi quando entriamo in quel
luogo, siamo senza tempo, non vorremmo mai andare via. Quella figura
fantastica è anche il simbolo della Resurrezione: per noi la
resurrezione dei sensi dopo un pasto consumato alla Fenice. Un posto
magico. E per concludere … i dolci della casa! Mitici, come “LA
FENICE”. Arianna
Iezzi – ari.ari58@live.it