14 lug 2016

Libertà e giustizia sociale, la lotta deve ricominciare

Dalla fine degli anni Settanta la giustizia non interessa più nessuno: allora chi lottava per cause corrette e democratiche, per i lavoratori, non da sindacalista…. Interessato e doppio giochista, per sani ideali, fu criminalizzato, isolato, umiliato, anche incarcerato, disprezzato da campagne di stampa da regime, che ancora oggi lasciano strascichi umani e sociali.

Lottare non conveniva più e il sistema Italia affossò sotto il peso dell’individualismo, delle carriere facili e comode, con il disprezzo verso i lavoratori, mentre le raccomandazioni e i giochetti sporchi, politici ed economici, anche mafiosi, davano ricchezza sporca, da mostrare a tutti, alla faccia della giustizia umana e divina.

Oggi tutti noi paghiamo queste assurde posizioni, i ladri, pochi, si portano all’estero i soldi, lasciando i debiti alle banche, che diventano pubblici, di tutti noi.

La crisi colpisce pure i raccomandati e i servi del potere, prima o poi pure loro conosceranno il peso di una cultura individualista ed egoista, con la frase, che cadrà sulle loro teste: “sono problemi loro, io sto bene e loro crepino pure”.