28 giu 2024

Il giornalismo, la prima fonte di corruzione.

Che lo scemo del villaggio sia fiero del suo giornale, tenuto stretto sotto l'ascella puzzolente, è risaputo.
Abbiamo il gruppo del bar sport che va con orgoglio a riferire della trasmissione della sera precedente, dandosi aria di gente che sa tutto.
Il giornalismo scandalistico finisce sempre sotto processo e subisce lunghe cause, le parti penali terminano sempre in prescrizioni, perché la lentezza della giustizia è organizzata così, per liberare borseggiatrici, truffatori di anziani e giornalisti.
La parte civile invece costa, tra avvocati e risarcimenti vari, centinaia di migliaia di Euro e sommati con i casi precedenti, si arriva a milioni di Euro.
Qui le domande ovvie partono, ma non trovano risposte.
Chi finanzia tutto questo?
Perché lo fa?
Quindi uno si può dare qualche risposta, i soldi lasciano tracce e chi finanzia ha i suoi interessi evidenti.
Come lo faccia si sa, con donazioni spontanee, in somme differenziate per non farsi notare, ma chi è e perché lo faccia è facile capirlo.
La mafia, per esempio, non può restare estranea al dibattito politico, certe società corrotte e corruttrici pure, ma mai un'inchiesta, giornalistica o della magistratura, è giunta a scovare intrecci ed affari loschi.
Abbiamo quotidiani, che hanno speso in rimborsi per diffamazione, in processi eterni, milioni di Euro, ma proseguono con le loro fregnacce per tontoloni irriducibili.
Si può dire che il parere e il voto degli scemi del villaggio valgono molto nel nostro mondo corrotto e in avanzato stato di putrefazione.