La notizia è buona, anche se a pagare sono stati i lavoratori, che hanno perso diritti, mentre il lavoro vero, quello produttivo, lo si crea con una migliore preparazione dei lavoratori.
Uno dei motivi per cui diminuisce la popolazione inattiva, quella che dai 16 anni sino ai 66 non lavora o non studia, se è giovane, sta nella impossibilità di andare in pensione, che ormai si allontana sempre più.
Tanti che lavorano però non significa che si produce di più, in Pil ed altro: serve una politica che premi la qualità del lavoro, ma per fare questo bisogna contrastare la cultura dello sfruttamento dei lavoratori e premiare la ricerca, i brevetti depositati da noi, le nuove tecnologie, per esempio.