17 dic 2017

Terrorismo islamico, figlio della stessa logica che devasta l'ambiente - ARDUINO ROSSI

Si parla di finanziamenti all'Isis, che resistette per circa 3 anni all'assolto degli eserciti più  moderni e forti del pianeta.

Dove trovò i soldi per finanziarsi?
Nessuno lo dice, se non con le barzellette, perché  lo sono, sul traffico di reperti archeologici e di un po' di petrolio, sotto costo e di contrabbando.
I proventi ottenuti da questo non sarebbero stati sufficienti per pagare le munizioni consumate in una settimana.
L'Isis aveva miliardi di dollari alle spalle e chi li ha spesi certamente ha avuto un tornaconto, per esempio nel calo o nella crescita del prezzo del grezzo, nelle varie speculazioni e nella ripresa economica, dovuta agli armamenti da tutti i fronti in conflitto.
In pratica lo Stato Islamico è stato una grande occasione economica, per le forze in campo, sia quelle alle spalle, sia quelle direttamente impegnate e alla luce del sole, coinvolte.
Chi lo finanziava, direttamente e indirettamente, non si interessava di religione, ma di grande finanza internazionale, come fu per il nazismo e per altri conflitti del Novecento: basta studiare bene la storia.
Alla fine di ogni guerra abbiamo vinti e sconfitti: a perdere sono i poveri e i combattenti diretti, a guadagnare sono i banchieri e gli industriali, che producono armi, per esempio.