9 gen 2024

La guerra del futuro.

Ormai il coraggio individuale in battaglia appartiene al passato, in futuro e di fatto anche il presente promette la nascita di eserciti senza soldati, ma solo con robot.
I robot sono militari ideali, senza paura, pronti a morire, o meglio, a finire distrutti, senza emozioni.
Immaginare la formazioni di questi eserciti pare ancora entrare nella fantascienza, ma già oggi potrebbero essere creati.
La tecnologia avanza rapidissima e probabilmente non si vedono truppe robotiche, ma solo qualche mezzo isolato, per operazioni particolarmente pericolose, solo per una questione di visione retrograda della realtà, non ancora pronta al cambiamento.
Come saranno le guerre del futuro?
Un fatto è certo, i morti saranno solo dei civili, i nemici saranno i popoli fermi al passato e le nuove tecniche, le nuove tecnologie segneranno la distanza tra forme di società medioevali contro una versione tecnocratica, fredda, anzi gelida e disumana probabilmente.
Il conflitto israeliano palestinese pare un anticipo, le forze in campo non hanno neppure lontanamente una possibilità di confronto, gli israeliani possiedono uno degli eserciti più avanzati al mondo e i palestinesi utilizzano solo l'arma del terrorismo.
In pratica già oggi si nota che a morire sono stati e sono solo i civili, prima israeliani, per l'attacco terroristico, poi i civili palestinesi, dove ci sono nascosti i combattenti.
In futuro vedremo eserciti senza esseri umani, che faranno rastrellamenti, io temo pure pulizie etniche malamente celate, dove appunto i morti non saranno i combattenti in armi, ma solo i civili, donne, vecchi e bambini in gran quantità.
Cosa si può fare per la pace?
Oltre alle parole e alle preghiere si deve vedere la situazione attuale per quello che è, abbiamo milioni e forse miliardi di individui che rischiano di essere solo dei vuoti a perdere, inadatti al futuro.
Costoro potrebbero diventare gli strumenti, la base di tutti i fondamentalismi, con azioni feroci e risposte ancora più terrificanti, come sta capitando già ora in Palestina.
La pace si porta solo diffondendo una cultura di pace, che non sta nelle buone parole e nei buoni sentimenti, ma in una cultura diffusa verso tutti che permetta a costoro di uscire dal Medioevo e li trasformi in esseri razionali, pensanti.
La pace la si ottiene con lo sviluppo economico e tecnologico, con il pensiero razionale e logico occidentale.
Invece i ghetti e le periferie degradate da noi, le megalopoli da loro, aprono a soluzioni terrificanti, con genocidi futuri.