13 gen 2024

La ricchezza si concentrerà sempre più in poche mani?

Non si può prevedere il futuro e poi esiste una legge non scritta, quella degli eredi, che da sempre, da quando esiste il mondo, sperperano i soldi dei genitori e un solo figlio sciagurato basta, in pochi anni, a distruggere i patrimoni di intere generazioni precedenti.
Però esiste un'altra legge non scritta, ovvero i soldi fanno i soldi, ovvero è ben più facile rendere i ricchi sempre più ricchi che togliere dalla miseria i più poveri.
Comunque qui non è una questione sociale la mia, anzi voglio solo far notare che oggi, più che mai, la ricchezza, anche per vivere decentemente, dipende dalle capacità delle singole persone e non da dove sono nate, da quale ceto appartengono.
Il caso eclatante sta non nel ceto sociale di appartenenza, nella appartenenza dalla nascita come i vecchi nobili, ma nelle cultura e nel modo di pensare, con in conseguenza le scelte giuste per apprendere tecniche e nozioni scientifiche, adatte al lavoro.
Oggi gli utenti di Internet sono 5 miliardi e più, sono circa il 69% della popolazione mondiale.
Si può dire che anche i più poveri del mondo lo usano, ma sicuramente lo utilizzano molto male.
Dalla rete si potrebbero estrarre istruzioni, nozioni tecniche e professionali, che muterebbero le esistenze di costoro, ma purtroppo non è così.
Anzi spesso le assurdità e le truffe, gli inganni peggiori passano attraverso la rete.
Quindi gli strumenti per migliorare ci sarebbero, ma in troppi giocano con i social e si istupidiscono.
Il mondo ha un bisogno disperato, per esempio, di tecnici informatici, a tutti i livelli, anche a quelli base, ma invece si preferiscono le idiozie, per divertirsi.
Se uno sa fare con internet può benissimo vivere sulle Ande e sfruttare le comunicazioni satellitari, lavorando per società in tutto il mondo.
Se costui poi verrà pagato con monete forti, Dollari, Euro o Franchi Svizzeri, sarebbe un riccone nel suo villaggio sperduto sulle montagne, con pochi servizi forse, ma gli costerebbe tutto molto poco lì, sempre per motivi di cambio monetario.
Oggi più che mai la differenza economica si misura non più nel ceto di apparenza, nel Paese dove sei nato, ma nella cultura che possiedi e nelle tue capacità personali.
È ovvio che un fatalista induista o islamista è il meno adatto a comprendere tutto questo, metterà al mondo 10 o più figli, simili a lui e sempre più miseri.
Per la prima volta la lotta contro la miseria la si combatte così, la fame nel mondo non può sparire oggi perché esistono individui, al contrario di noi che un  figlio in famiglia è già troppo, che considerano che il numero sia potenza, sia forza, anche economica.
I numeri però non perdonano perché siamo passati dai 3 miliardi sulla terra, dagli anni Settanta, agli 8 miliardi di oggi ed a crescere sono loro, i miserabili della terra, che rubano risorse a loro stessi, quelle poche che hanno, da un dollaro o due al giorno di reddito per miliardi di individui.
Quindi certamente servirebbe un'educazione per loro, non le nostre briciole, per esempio il cibo avariato che non va in discarica, ma finisce da loro e questo è chiamato aiuto.
Oppure i soldi dati a personaggi che vivono nel lusso, grazie agli aiuti economici, che dovrebbero servire ai bambini affamati nel mondo, ma purtroppo i soldini rimangono nelle loro tasche gonfie.
La battaglia contro la miseria oggi è culturale, solo così la si vince e si sconfiggono culture che ci regalano miserabili, per esempio, da buttare sulle nostre spiagge come disperati, che presto finiranno in discariche a cielo aperto, nei nuovi ghetti per futuri morti di fame, di miseria e di malattie infettive.
Invece di spendere soldi nel lusso di farabutti tanto buoni, che vogliono aiutare i bambini là, ma che nessun bambino ha mai visto questi soccorsi generosi, sarebbe utile diffondere corsi, in tutte le lingue,  per tutte le professioni facili o difficili, in modo che i miserabili della terra possano possedere un po' di conoscenza, per crescere ed evolvere.
Soprattutto serve diffondere un pensiero razionale, logico, occidentale per vincere la fame nel mondo, per vincere il fatalismo demenziale, islamista o orientaleggiante, per sconfiggere la logica malsana di tutte le caste dominanti del pianeta, là come qua, da noi.