14 mag 2011

Internet, la privacy e il potere


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Chi conosce tutto di tutti ha in pungo il mondo, specialmente se queste informazioni riguardano uomini di potere, in vista, o che hanno funzioni particolari nei gangli della società.
Gli esempi possono essere molti: potrebbe essere un vizio come l’alcolismo o la droga, una fobia, una tendenza sessuale celata, un’amante.
Pure cosucce innocenti come certe passioni possono essere sommate ad altre cose e usata come arma: le tenerezze all’interno della famiglia, le battute innocenti tra amici, dette con doppio senso, alla fine, in mano a certi cacciatori di “pettegolezzi”, diventano pericolose.
Eppure tutti noi sappiamo che è quasi impossibile impedire la raccolta di dati e di notizie personali su Internet: mi è capitato di osservare alcuni comportamenti, di qualche individuo, che si dilettava a controllare questo o quello, vantandosi di aver scoperto questo o quello sul tal personaggio politico, sull’imprenditore, sul semplice cittadino.
I reati che stanno alle spalle di questi comportamenti sono vari, tra cui certamente c’è il non rispetto della legge della privacy, poi ci sono fini di ricatto, con minacce, che violano la libertà personale e questo avviene liberamente e “tranquillamente” in molti social network, non solo con Facebook.
Il grande pericolo sta nel fatto che un “grande fratello”, o un “padre protettore” si imponga e sfruttando le nostre informazioni personali, ci controlli, anzi limiti la democrazia, la nostra libertà individuale e collettiva, imponendo una dittatura morbida e determinata, che punisce i ribelli e premi i fedelissimi, i sottomessi, gli ubbidienti.