15 mag 2011

Nella storia genocidi nel mondo e attuali


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Da tempo mi interesso di massacri e del concetto di genocidio, non per un gusto macabro e sadico, ma per capire ed evitare altri orrori: sì, perché c'è genocidio e genocidio, c'è tecnica e tecnica.
Oltre alle camere a Gas naziste, che si basano sulla cultura industriale tedesca, tutto efficienza e risultati, abbiamo anche altre forme di genocidio, più subdole: io le chiamo le passeggiate della morte, mentre le altre le vacanze dei morituri.
In pratica si basa sul semplice principio, storicamente dimostrato e ben conosciuto: le guerre provocano tantissimi morti sui civili.
Come?
Con la mancanza di cibo, con la diffusione di malattie infettive, favorite dalla debolezza per denutrizione delle popolazioni e dal movimento di truppe, che spesso sono portatrici sane o malate di virus tra le popolazioni civili.
Tutto questo avviene da sempre, quando c'è un conflitto bellico, invece il problema sta quando all'interno di uno Stato in guerra e nell'occupazione di un territorio ci sono civili che possono fraternizzare con il nemico, oppure quella popolazione è considerata ostile al potere.
A quel punto si scelgono due soluzioni, per eliminare i nemici interni: la deportazione forzata, che avviene spesso in zone desertiche, o in aree gelide, nel peggior periodo dell'anno.
Gli esempi storici possono essere benissimo quello della deportazione degli armeni dall'Anatolia ai campi di raccolta in Siria, durante la Prima Guerra Mondiale, avvenuta in pieno luglio e quella dei ceceni, deportati in Siberia per ordine di Stalin, sempre avvenuto ovviamente a gennaio.
Questi popoli si muovevano a piedi, sospinti da guardie ostili, in marce forzate: i morti furono a milioni.
Altra tecnica storica è quella di togliere “l'acqua ai pesci”, ovvero concentrare la popolazione civile che fiancheggia la guerriglia, dentro campi di concentramento, dove, inedia e malattie fanno stragi, come per i Boeri nella guerra Anglo Boera tra il XIX e il XX secolo.
Di esempi storici ce ne sono tantissimi, ma per tutti questi genocidi non si è mai istituito un tribunale internazionale e ancora oggi la Corte di Giustizia dell'Aja, per i diritti umani, non ha mosso un dito: si dovrebbe rivedere tutta la storia moderna e contemporanea
Ci sono fatti terribili, che avvengono sotto i nostri occhi, anche ai giorni nostri, lontano dalla cronaca, da una giusta cronaca giornalista, che non si interessi solo degli avvenimenti bellici, come per una partita di calcio, facendo il tifo per i vincitori o per i perdenti.
Così, se una potenza, un tiranno, una ….grande società senza scrupoli, volesse eliminare la popolazione locale, autoctona, fastidiosa, ribelle, che vuole rispettati i propri diritti sulla sua terra, ecco che arrivano i mercenari multietnici che li terrorizzano e li scacciano, costringendoli a fughe disperate in zone malsane, con bambini, donne e vecchi.
Questo avviene ogni giorno in Africa, ma pure in Asia e in America Latina e i morti sono tantissimi.
Molti fuggono dalla miseria pura e semplice, altri cercano un futuro in Europa, ingannati da immagini televisive, da paradiso terrestre, che giungono sino a loro: inizieranno una marcia lunga centinaia, talvolta migliaia di chilometri.
Quanta gente muore lungo questi tragitti?
Nessuna statistica si interessa a loro, ma saranno il 20%, il 30%, anche il 50%, poi c'è l'imbarco, con soldi che dovrebbero servire per nutrire i figli, ma che vengono dati ai mercanti di schiavi, per un passaggio sulla costa europea del Mediterraneo.
In Europa, specialmente in Italia, costoro diventano spesso, anche dopo aver ottenuto un permesso di soggiorno provvisorio, dei clandestini e vengono arruolati dai negrieri per pochi soldi, o dai malavitosi.
Quanti di costoro muoiono per malattie e per il pessimo cibo, in baracche gelide e umide?