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La storia di costoro non è finita: diventano argomento di dibattito per i politicanti che si ricordano di loro prima delle elezioni, sperando che ottengano prima o poi la cittadinanza.
A quel punto la guerra tra poveri diventa spietata e gli italiani, gli europei, senza casa, senza lavoro diventano ...xenofobi, difesi da una componente politica e osteggiati da altri, che avendo un bel posto di lavoro, magari pubblico.
Costoro hanno una casa, se ne infischiano del posto per i figli all'asilo comunale e hanno i soldi per pagarsi quello privato, così fanno i buonisti.
Alla fine i sentimenti razzisti lievitano in tutta Europa e I “poveri“ buonisti, i cui vertici paiono formati più da provocatori che da gente per bene, lasciano che le destre filo naziste avanzino: alla peggio qualche esaltato picchia qualche esponente minore dei xenofobi, rendendolo un martire, scendono in piazza con qualche fumogeno e insultano chi non la pensa come loro su Internet.
Le condizioni tornano terribili per i migranti, quelli superstiti a quella marcia che ha lasciato una scia di morti lungo migliaia di chilometri: si parla, per i non integrati, di rimpatri forzati, di perdita della cittadinanza per chi commette reati, come disse Sarkozy in Francia.
Così il cerchio si chiude ed è un cerchio di morte.
Chi non si inserirà nella nostra società dovrà fare altre marce della morte? Finirà in campi nel deserto, sotto la cura di qualche dittatore corrotto e feroce?
Scusate, ma all'Aja, alla corte dei diritti umani, non si accorgono di nulla?
Quella gente doveva avere condizioni di vita decenti a casa loro: la nostra politica estera doveva essere favorevole a governi democratici, non a dittatori stupidi e feroci, facilmente corruttibili per i nostri vantaggi.
Tutto parte da questo e ci sono responsabilità umane, morali, io parlo anche di responsabilità penali, che nessun avvocato dei diritti umani prenderà in considerazione: “non serve difendere quei poveretti, non conviene”, poi sono così utili alle nostre economie, come ripetono continuamente i nostri politicanti progressisti.
