25 lug 2011

On line debito pubblico - Politica economica e debito pubblico, l'estate per dimenticare



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L’estate allontana le preoccupazioni, ma il grande problema del debito pubblico pesa sul Paese come un macigno: il rischio …. di fallimento costerebbe carissimo alle prossime generazioni.
In passato i fallimenti sono arrivati pesanti su Stati e imperi: la perdita di fiducia verso uno Stato comporta la sfiducia complessiva verso quella nazione per generazioni.
Fallire non significa non pagare il dovuto, ma essere costretti a trattare con il debito per generazioni.
Quando qualcuno darà dei soldi in prestito, pretenderà un rimborso altissimo in interessi, per compensare il rischio di un’ulteriore fallimento: la perdita della fiducia comporta la perdita di credito che si paga con alti interessi, da usura.
Così, per prima cosa, l’Italia verrebbe esclusa per anni dall’Euro e ci sarebbero problemi per le nostre merci alle frontiere interne dell’Unione Europea: probabilmente tornerebbe la vecchia Lira, debole e adatta alla mentalità italiana, ma che ci metterebbe ai margini dell’Europa.
Saranno favorite le esportazioni, ma si pagheranno care le importazioni, specialmente di tecnologia di alto valore.
Sarà così possibile avere del lavoro, ma sarà di minor qualità e il Paese rischierebbe di tornare ai livelli del passato come sviluppo: agli anni Sessanta, forse anche agli anni Cinquanta.
Attireremmo meno lavoratori stranieri extracomunitari, ma anche lavoratori di alta preparazione tecnica e professionale.
Però pure la fuga dei cervelli proseguirebbe, verso Paesi dove pagano di più e trattano meglio i lavoratori con lauree, con specializzazioni.