6 lug 2011

Politica economica e guerra contro i poveri




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La riforma fiscale sta arrivando e lascia perplessi, confusi e un po’ sorpresi: c’è qualche tassa per i ricchi, ma per chi ha una partita Iva e può scaricare ogni cosa, con qualche trucco legale, o anche illegale, non dovrebbe rischiare molto, anzi, avrà dei vantaggi.
I risparmiatori avranno degli svantaggi con le imposte sul capitale, sui deposito titoli ed altro.
Invece per gli alti redditi dichiarati ci saranno dei vantaggi: chi avrà uno stipendio medio tra i 15mila euro e i 28mila euro, la stragrande maggioranza degli italiani, si troverà poco o nessun vantaggio su questa riforma, ma solo svantaggi, con la crescita dell’Iva dell’1%, ora smentita, ma probabile nel prossimo futuro.
Quindi apriamo tutti la partita Iva, o affogheremo.
Sono stati bloccati gli stipendi ai pubblici dipendenti, scuola e sanità compreso e sono stati dati vantaggi ai ricchi, con la punizione ridicola di qualche bollo sulle auto di lusso.
Invece teniamo i burocrati delle province, che se eliminate avrebbero fatto risparmiare miliardi di euro, salvo riciclaggio di costoro in altri settori.
La destra ci frega, senza ombra di dubbio e la sinistra invece difende le varie caste, che non sono i dipendenti pubblici, ridotti di un milione in 15, 20 anni, ma le varie operative d’appalto, che sfruttano italiani e stranieri e li usano come schiavi, sotto pagati.
Forse è giunta l’ora di mandare a casa questa classe di parassiti, di inetti che ci governano da troppi anni.