10 ago 2011

GB - Londra - la violenza e i saccheggi da giovani senza futuro



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In Gran Bretagna è giunta l’ora della repressione e sotto accusa non sono solo i violenti, i teppisti, i saccheggiatori, ma anche i social network, che sono serviti a indirizzare, a organizzare la rivolta, se così si può chiamare, dei giovani emarginati, disoccupati britannici, ma di origine, in gran parte, extracomunitari.
Sono figli della nuova Gran Bretagna, multietnica, sono spesso senza lavoro e vivono, diciamo sopravvivono, con i sussidi e qualche attività spesso illegale, come spaccio e piccoli reati, piccole truffe e furti vari.
Non sono i pericolosi islamici che tanto teme l’Occidente, anzi si può dire che loro sono senza una religione, senza una cultura, senza nulla che li possa aggregare, regolare, indirizzare: se avessero una fede si sarebbero scagliati contro il potere costituito e non contro le vetrine dei negozi, infrangendole per saccheggiare.
Forse non hanno neppure vere motivazioni sociali, ingiustizie gravi subite, tranne quella di essere emarginati, ma non è sempre colpa della società inglese se sono ai margini.
Non hanno studiato, non lavorano come i loro padri: sono solo dei violenti senza identità, dei figli di nessuno, dal punto di vista culturale.
Non hanno specializzazioni e sono stati esclusi dal mondo produttivo oppure ne fanno parte in modo marginale con guadagni bassissimi, miseri.
Conoscono internet e possiedono strumenti elettronici costosi, quindi non sono neppure poverissimi: spesso bevono o usano sostanze stupefacenti e così i pochi freni inibitori che possiedono si sciolgono sotto gli effetti delle sostanze.