11 ago 2011

Opinioni Manovra fiscale 2011 - Giulio Tremonti e la manovra tutta sbagliata





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Giulio Tremonti ha parlato, ma avrebbe fatto bene a tacere: ciò che propone è una risposta vecchia e ingiusta, anzi dannosa: la prima grossa scelta errata sta nelle tasse sulle rendite finanziarie, che farà fuggire i capitali all’estero, poteva evitarla in una fase di crollo della Borsa.
La seconda sta nelle pensioni da tagliare, ovvero per le donne nel privato e di anzianità, costringendo tutti o quasi a lavorare sino a 65 anni e oltre.
Cosa ce ne facciamo di tutti questi anziani sul posto di lavoro?
Poi ha accennato all’antiquata idea di accorpare le festività, per far lavorare di più la gente, evitando i ponti delle festività: più si lavora e maggiore è il reddito, secondo questa concezione.
Invece maggiore è il reddito quando è superiore la qualità del lavoro, ma loro non lo sanno.
Sembrano iniziative inadeguate, anacronistiche, invece i tagli si dovevano fare nelle spese della politica: dimezzando i deputati, eliminando le province e l’amministrazione dei comuni sotto i 5mila abitanti, oltre alle liberalizzazioni, togliendo i finanziamenti alla stampa di regime, di partitica o simile, liberalizzando dai tassisti ai notai, togliendo i numeri chiusi per queste attività, compreso ovviamente altri settori ancora corporativi.
Parlo di tutto ciò che è corporativo, in tutti i campi imprenditoriali, compreso una burocrazia semplicissima, fatto ancora tutto da progettare e rendere efficiente: basterebbe copiare ed adattare al minimo la legislazione di alcuni Paesi europei nel settore appunto del rilascio delle licenze, della denuncia dei redditi, dell’iscrizione agli albo professionali.
Sì, sto sognando, ma prima o poi si dovrà fare o … affogheremo tutti.