Intanto
il partito che regge la crisi più degli altri è il Pd: i suoi
fedelissimi non si arrendono nemmeno davanti all’evidenza. Lo
zoccolo duro degli irriducibili del Pd, che sono sempre quelli usciti
dal Pci, dal PDS, poi Ds, poi Margherita, Ulivo e altro ancora,
stanno con l’ultimo partito guida d’Italia, forse del mondo.
Loro
credono nel partito e per esso sono pronti ad andare all’inferno:
credono in lui, nei suoi leader: hanno una grande fede, che non
conosce timori, né preoccupazioni.
Senza
il partito sarebbero persi e pure con i tormentoni dei giornalisti
del gruppo, con la fraseologia ripetuta e ripetitiva sino
all’ossessione, con i comportamenti “civili”, contro quelli
incivili, per la tolleranza anche del lavoro nero, non solo dei neri
buoni o violenti, contro gli attacchi verbali e per il discorso
importante, per le perle di verità del segretario nazionale, che sa
e agisce per il bene di tutti.
E’
il loro papa, l’incarnazione delle verità e della giustizia, del
buon senso: loro si accodano e noi tutti pagheremo sino a quando
costoro non si romperanno la testa, molto dura, si sa.