LA PREVENZIONE DEI DANNI E’ LA STRADA PER LA CONVIVENZA
UOMO-ORSO, BISOGNA MODIFICARE LA POLITICA DEGLI INDENNIZZI
Grazie al Progetto LIFE Arctos comincia l’installazione di recinti sperimentali fissi a tutela delle attività zootecniche
VIDEO E FOTO
Fotogallery della mostra dei fumettisti italiani sull’orso http://www.wwf.it/client/ ricerca.aspx?root=30673& parent=11603&content=1
Video sull’orso bruno marsicano con immagini catturate da una foto trappola all’oasi WWF Gole del Sagittario in Abruzzohttp://www.youtube.com/watch? feature=player_embedded&v= E1UqgJaq_LQ
Oggi a Scanno, nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è avvenuta l’installazione di un grosso recinto sperimentale fisso a tutela dell’orso bruno marsicano, nell’ Azienda agricola zootecnica di Rotolo Gregorio e C. grazie al progetto europeo LIFE Arctos.
L’installazione di recinzioni, installate a costo zero per gli allevatori, ha l’obiettivo di minimizzare i danni ad allevamenti ed apiari ed è accompagnato dall’assistenza agli allevatori che operano nelle zone frequentate dall’orso bruno negli Appennini e nelle Alpi. Il progetto europeo vuole promuovere l’uso di sistemi di prevenzione idonei da parte delle categorie interessate fornendo assistenza, informazioni e formazione per incrementare la conoscenza e facilitare la convivenza tra l’uomo e l’orso.
L’attuale politica di indennizzo prevista per i danni dei grandi carnivori in diverse regioni deve essere necessariamente rivista alla luce delle esperienze maturate e delle politiche di prevenzione che devono diventare obbligatorie e condizione necessaria per potere richiedere il rimborso di eventuali danni.
Anche l’allevamento nelle zone montane dove sono presenti i grandi carnivori va regolamentato e qualificato alla luce delle esperienze e delle politiche di conservazione in atto. Inoltre va abrogato l’assistenzialismo che non prevede un confronto e una evoluzione dei metodi di allevamento.
Serve un coordinamento strategico ed un monitoraggio continuo di tutto ciò ma più che mai serve attivare utili e ben meno costose politiche di prevenzione, con quei sistemi oramai ben conosciuti come recinzioni elettrificate, recinzioni fisse adeguate, cani da guardiania e sorveglianza perché prevenire situazioni conflittuali è meglio che intervenire quando i danni sono ormai sofferti.
“La minimizzazione dei conflitti è alla base delle politiche di conservazione dell’orso in Italia, nelle Alpi come sugli Appennini. La prevenzione dei danni va fatta anche attraverso appositi recinti e la gestione dei rimborsi che devono essere più veloci e adeguati in particolare negli Appennini. Quando i danni comunque avvengono le azioni di conservazione a favore della specie sono propedeutiche a qualsiasi altro progetto. Favorire e premiare gli allevatori custodi del loro territorio e delle specie selvatiche che ci vivono è la missione per il futuro” ha detto Massimiliano Rocco Responsabile Programma Specie, TRAFFIC e Foreste del WWF Italia.
Il progetto, cofinanziato con fondi europei e coordinato dal Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise vede la partecipazione di altri dieci enti: Regioni Abruzzo, Lazio, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, la Provincia Autonoma di Trento, il Corpo Forestale dello Stato, il Parco Naturale Adamello Brenta, l' Università di Roma La Sapienza e il WWF Italia.
LIFE ARCTOS, avviato nel settembre 2010, durerà 4 anni e vuole facilitare lo sviluppo di azioni coordinate che possano concretamente favorire la presenza dell’orso in Italia nel lungo termine, come ad esempio l’adozione di buone pratiche per la gestione della zootecnia in montagna che siano compatibili con la presenza dei grandi carnivori, l’adozione di procedure e regolamenti comuni per la prevenzione dei danni e non da ultimo, una corretta informazione su questa specie.
In alcuni casi i danni possono essere causati alle attività economiche come gli allevamenti ovicaprini, bovini ed equini (anche se per questi il rischio è limitato soprattutto ai nuovi nati), gli apiari, i pollai e le colture pregiate. Si tratta di danni complessivi limitati, che però possono essere localmente significativi e rendere più difficoltosa l’accettazione di questa specie tutelata a livello comunitario e la popolazione rurale. La causa di questi episodi è da ricercare soprattutto nella mancata adozione di quelle misure di prevenzione che gli abitanti di molte zone rurali hanno storicamente messo in atto in passato, ma che ora sono state pressoché dimenticate: custodia delle greggi e dei pollai, recinti , utilizzo di cani da difesa, ecc.
Appennini: Nonostante la legislazione ne vieti l'uccisione, la situazione è allarmante: nell’Italia centrale quasi il 90% delle morti accertate è dovuta all’uomo, in particolare oltre il 40% è conseguenza diretta del bracconaggio. Salvare l’orso significa mantenere in vita l’ambiente nel quale vive e tutte le specie animali che abitano con lui: è l’indicatore naturale dello stato di salute di un ambiente forestale. Alcune volte la ricerca di cibo lo porta ad invadere allevamenti di bestiame, alveari oppure coltivazioni. Per questo è importante elaborare delle strategie di buona convivenza tra uomo e orso.
Alpi: la popolazione attuale di orso bruno è in gran parte il risultato dell’incremento numerico a seguito di una reintroduzione effettuata negli anni ’90 in Trentino. In Regione Lombardia, dove per ora la presenza dell’orso è limitata ad alcuni individui di orso che si spostano dal nucleo originario trentino, l’allevatore di montagna ha perso confidenza e abitudine alle buone pratiche che minimizzano i danni dei grandi predatori. Il Progetto Life Actos viene incontro all’agricoltura di montagna fornendo recinti elettrificati in comodato gratuito e privilegiando gli apicoltori e gli allevatori che collaboreranno attivamente alla manutenzione dei recinti consegnati.
ORSO BRUNO: L’IDENTIKIT
Nome scientifico: Ursus arctos.
Nome comune: Orso bruno europeo ed Orso bruno marsicano.
Caratteristiche fisiche: Nell’Orso bruno Europeo il mantello è di colore bruno rossastro e negli individui più giovani non è rara la presenza sul petto di un collare o una macchia chiara, a forma di “V”. Il muso è allungato. Nell’Orso bruno marsicano il mantello è di colore marrone, più chiaro sulla testa, sul collo e sul dorso. Il muso è più corto e più tozzo dell’Orso bruno europeo.
Etologia: A parte il periodo degli amori, l’Orso preferisce una vita solitaria. Il letargo invernale può durare fino a 6 mesi.
Biologia: Tra i più grandi carnivori esistenti. Ha un acuto senso dell’olfatto. Le sue dimensioni sono molto variabili.
Riproduzione: La stagione degli amori arriva a primavera inoltrata, quando gli orsi maschi, seguendo i messaggi olfattivi lasciati dalle femmine, cominciano a cercare una compagna. Dopo l’accoppiamento, però, la coppia si scioglie subito: sarà la mamma da sola ad occuparsi dei cuccioli.
I piccoli di solito sono uno o due (raramente tre) e nascono nelle tane tra gennaio e febbraio dopo 7/10 mesi di gestazione.
Alimentazione: Mangia di tutto, si ciba di germogli, erbe, frutta e radici e carne. Nella sua dieta sono compresi anche api, larve, formiche e miele. Caccia attivamente prede anche di grosse dimensioni e può nutrirsi di carcasse.
Distribuzione: L’Orso bruno europeo sopravive in Italia sulle Alpi e l’Orso bruno marsicano sull’Appennino centrale. Le popolazioni contano purtroppo un numero estremamente esiguo di esemplari.
Status: Inserito nella Direttiva Habitat 92/43/CEE Allegato II come specie prioritaria in via di estinzione, l’Orso è vittima del bracconaggio, della distruzione e frammentazione del suo ambiente naturale.
VADEMECUM WWF: “INCONTRO CON L’ORSO: ISTRUZIONI PER L’USO”
LUI:
L’orso non attacca se non è provocato
Se l’orso si alza in piedi e annusa è solo per valutare meglio la situazione, non per manifestare aggressività.
L’eventuale atteggiamento aggressivo o minaccioso ha lo scopo di intimidire e allontanare.
Raramente si possono verificare “falsi attacchi” che non portano a un reale contatto.
NOI:
Se si avvista un orso a distanza è opportuno:
rimanere sul posto e godersi la vista senza cercare di avvicinarsi, magari per scattare delle foto.
In caso di un incontro ravvicinato è opportuno:
far notare la propria presenza, parlando ad alta voce;
allontanarsi velocemente, senza correre, lasciando sempre una via di fuga all’orso.
Se l’orso manifesta un atteggiamento minaccioso, si suggerisce di mettere qualcosa davanti a sé, come lo zaino e allontanarsi senza correre.
Dettagli del progetto disponibili http://www.life-arctos.it/ home.html