21 lug 2012

Corriere di Como - lettera al giornalista che vive grazie ai contributi pubblici.


Caro giornalista ti scrivo, sapendo che da tempo non dici ciò che pensi, atto pericoloso in redazione, che scrivi sciocchezze, che non conosci la storia e se per sbaglio qualche lontana rimembranza ti torna nella mente devi scrivere sempre le verità … del direttore, dell'editore, del padrone del vapore.
La realtà non esiste per te e i politici, i faccendieri, gli sporcaccioni impongono il loro parere.
Chi paga ha ragione e vuole che tu esprima il suo parere.
Non ti guardi mai allo specchio?
La tua faccia tutta tonda, con le sue … grandi gote ha sempre la riga … in mezzo?
Caro giornalista, qualcuno ti chiama pennivendolo, cosa faresti senza la tua lunga... sporca e lo stomaco forte?
Moriresti di fame.