14 nov 2010

Pure la condizione delle donne , lontano da noi non ha importanza: sono nate là e la loro cultura deve essere rispettata.

 

Ci sono stati casi atroci di violenza fisica, come quei cristiani bruciati vivi in Pakistan: una fotografia mostra dei fanatici divertiti che circondavano un disgraziato mentre bruciava vivo.

In Iraq poi queste comunità, presenti ancora prima dell'arrivo dell'Islam, vengono scacciate o sterminate e nessun tribunale internazionale dei diritti umani, come quello dell'Aja in Olanda, muove un dito o apre un procedimento.

La stampa pone in quarta o quinta pagine queste notizie di "poco conto": pare che sia una faccenda normale.

Eppure l'opinione pubblica, se mossa con intelligenza, costringerebbe i nostri assonati governanti a muoversi in difesa di questi poveracci, colpevoli di credere in Gesù Cristo: sono accusati di essere filo occidentali, di essere amici dei vecchi colonialisti.

Così pagano, pur non avendo nulla a che fare con l'Occidente, per quel Occidente che se ne infischia di loro, nella migliore delle ipotesi, ma spesso sogghigna ed è interessato ad altri diritti umani offesi, di presunte minoranze oppresse nel mondo e da noi: i nomi non li farò, ma tutti possono capire di chi si parla.

Sono gruppi con abitudini particolari, molto particolari, ma anche costoro interessano solo da noi, per bazzecole, mentre quando sono linciati là, in quei Paesi, non attirano attenzione: sono fatti di quei Paesi.

Pure la condizione delle donne , lontano da noi non ha importanza: sono nate là e la loro cultura deve essere rispettata.

Si parla di ambiente sociale come fosse un habitat naturale, come se costoro fossero specie da proteggere nella foresta, da conservare così come sono: non bisogna mutare le loro condizioni di vita.

I maltrattamenti per le donne e i bambini fanno parte dei loro usi e costumi da accettare sempre: come vecchi colonizzatori razzisti credono nello "sviluppo separato".