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Mentre la Rai vuole dare la caccia agli evasori del canone con una tassa sulle bollette elettriche, basandosi sul principio che se hai l'energia elettrica hai una televisione, continuano le polemiche sulle trasmissioni del giornalismo televisivo.
Il principio è discutibile, perché i contratti sono differenti e non tutti gli usi domestici comportano una televisione in casa, né tutti i contratti sono assegnati al titolare del canone Rai: così in troppi si dovranno giustificare con mamma Rai perché, nella casa delle vacanze, dove non c'è alcun apparecchio televisivo, hanno un contratto per l'energia elettrica ad uso domestico.
La confusione sarebbe tanta e non è da escludere che molti titolari di bollette di energia elettrica per uffici, negozi, cantine o officine, si vedranno appioppato anche il canone Rai, da poi disdire con lungaggini e fastidi.
Intanto quella che dovrebbe essere una televisione pubblica e quindi svolgere un servizio pubblico, pare sempre più qualcosa di lottizzato, dove le opposizione, con il Pd, si tengono stretto Rai 3, mentre Rai 1 è la televisione filo premier, o così sembra, ascoltando i commenti giornalistici del Tg1.
