23 nov 2010

WWF vuole salvare la tigre 21-24 NOVEMBRE: SUMMIT TIGRE

 
LEONARDO DI CAPRIO DONA UN MILIONE PER SALVARE LE TIGRI
L'attore a fianco del WWF al vertice sulla tigre di San Pietroburgo
 
Per seguire l'esempio e dare il proprio aiuto: www.wwf.it/tigre
 
Leonardo di Caprio donerà un milione di dollari al WWF per sostenere le più urgenti azioni di conservazione della tigre ed è atteso allo storico vertice di San Pietroburgo, in cui i capi di Governo dei 13 Stati che ancora ospitano la regina della giungla, insieme al WWF e a importanti istituzioni nazionali e internazionali, potranno dare una svolta al futuro, attualmente a rischio, del carismatico felino.
 
In tutta l'Asia il numero di tigri è crollato dai 100.000 esemplari all'inizio del secolo scorso ai circa 3200 rimasti in natura. E ogni giorno nuove notizie parlano di bracconaggio e di tigri uccise, come l'ultima in India, per i conflitti con l'uomo. Il mondo si aspetta che in questo vertice senza precedenti, presieduto dal primo ministro russo Vladimir Putin in persona, venga definito un Piano Globale per la Conservazione della Tigre con l'obiettivo di raddoppiarne il numero entro il 2022, prossimo Anno della Tigre.
 
Leonardo di Caprio nei mesi scorsi ha visitato il  Nepal e il Bhutan insieme gli esperti del WWF, ha percorso a dorso di elefante gli habitat della tigre con le squadre antibracconaggio, ha incontrato le comunità locali e ha conosciuto le tecniche di monitoraggio utilizzate dagli scienziati WWF. Di Caprio è stato accanto al WWF per tutto l'anno della tigre, sostenendo la campagna Save Tigers Now con l'obiettivo di raccogliere almeno 20 milioni di dollari per la salvaguardia della tigre.
 
"Il violento bracconaggio che colpisce le tigre per il commercio di loro parti e la perdita di habitat dovuta alla deforestazione selvaggia dovuta al commercio del legname, alla produzione di polpa per la carta e di olio di palma che stanno spingendo questa specie, e migliaia di altre, sull'orlo dell'estinzione – ha detto Leonardo Di Caprio – Se non facciamo qualcosa adesso, uno degli animali più simbolici al mondo potrebbe sparire nel giro di poche decadi. Salvando la tigre, possiamo anche proteggere alcune delle antiche foreste tuttora esistenti e migliorare la vita delle comunità locali."
 
I soldi donati da Di Caprio serviranno a supportare le attività di antibracconaggio e a proteggere le aree forestali che il WWF ritiene più cruciali per la conservazione della tigre. Ma tutti possono fare la propria parte dando il proprio contributo e adottando simbolicamente la specie su www.wwf.it/tigre. La Campagna Tigre è la più importante campagna WWF mai dedicata a una specie. I contributi raccolti sosterranno le azioni di sorveglianza 24 ore su 24 contro i bracconieri, le indagini per combattere il commercio clandestino, l'istituzione di nuove aree protette e nuove regole nei Paesi in cui vive la tigre.
 
"Ci auguriamo che l'esempio di Di Caprio possa essere seguito a livello nazionale, da tutti i cittadini ma anche da chi può stupirci con aiuti fuori dall'ordinario – ha dichiarato Massimiliano Rocco, responsabile Specie e TRAFFIC del WWF Italia - Basterebbero venti donazioni del genere per costituire la base di un Fondo internazionale per la Tigre, che potrebbe garantire anno dopo anno le risorse necessarie per un'efficace azione sul campo e regalare la conservazione della tigre anche alle generazioni future."
 
 
Roma, 23 novembre 2010
Ufficio Stampa WWF Italia, 06 84497377, 213, 02 83133233, 329 8315725, 349 0415572
 
 
 
 
 
 
SCHEDA DI APPROFONDIMENTO
 
LA TIGRE COME STA?
Dal 1940 si sono già estinte tre sottospecie di tigre (una quarta, la tigre della Cina meridionale, non viene più avvistata in natura da circa 25 anni) mentre dal 1998, l'ultimo Anno della Tigre, il loro habitat si è ridotto del 40%, arrivando ad occupare solo il 7% del loro range storico. Così sono ormai rimaste in natura solo 3200 tigri, sparpagliate tra la Siberia e il Sud-est asiatico, ad affrontare molte minacce tra cui, in particolare, il bracconaggio per il commercio illegale di parti del loro corpo o prodotti derivati, la violenta deforestazione che sta distruggendo il loro habitat e i cambiamenti climatici. Sono tutti ambiti in cui  anche l'Italia ha gravi responsabilità, essendo tra l'altro uno dei maggiori importatori di legname, polpa per la carta, olio di palma e tanti altri prodotti derivati dalla fauna e dalla flora selvatica di quella parte del mondo.
 
LA MAPPA WWF DELE 10 MAGGIORI CRITICITA' PER LA TIGRE
Questi i 10 maggiori punti critici per la sopravvivenza della tigre evidenziati nella mappa del WWF: l'India, dove la riduzione dell'habitat ha inasprito i conflitti tra persone e tigri che convivono in territori troppo ristretti; il Bangladesh, dove il cambiamento climatico potrà comportare entro fine secolo la perdita del 96% della foresta di mangrovie del Sunderbans, habitat della tigre; Russia e regione del Mekong per la deforestazione causata dal mercato illegale del legname o dalla costruzione di strade e dighe; Cina, Vietnam e Nepal per il commercio di ossa, pelli, carne di tigre e prodotti derivati per produrre medicinali e costumi tradizionali; Indonesia/Malesia, le cui industrie per la produzione di olio di palma, polpa di legno per la carta, caffè e gomma stanno distruggendo a ritmi devastanti gli ambienti forestali ancora presenti. Ma anche gli Stati Uniti che ospitano molte più tigri in cattività (più di 5.000) di quante ne siano rimaste in natura, con poche leggi per evitare che le parti di tigri finiscano sul mercato nero incrementando la domanda di questi prodotti, e gli Stati Europei, che hanno una domanda annuale di circa 5,8 milioni di tonnellate di olio di palma, una delle cause principali della deforestazione nell'area asiatica.
 
L'ANNO DELLA TIGRE: TAPPE E SUCCESSI
L'Anno della Tigre ha già registrato importanti successi: a fine gennaio, alla prima conferenza ministeriale asiatica sulla Conservazione della tigre tenutasi in Tailandia, i 13 stati che accolgono le ultime tigri si sono impegnati a raddoppiare il numero degli esemplari presenti in natura entro il 2022. A luglio, il vertice di Bali ha riconosciuto l'importanza della tigre per ecosistemi in buona salute e la necessità di collaborare a livello nazionale e internazionale per la sua conservazione, per migliorare le aree tutelate, per sradicare il bracconaggio e fermare il traffico di parti di animale. A fine agosto la provincia cinese di Jilin e la vicina provincia russa di Primorsky, grazie anche all'intermediazione del WWF, hanno accettato di collaborare formalmente per istituire la prima area protetta transfrontaliera per la tigre siberiana (o tigre dell'Amur), il più grande felino del mondo, di cui si stima rimangano oggi appena 450/500 esemplari. Ora il vertice di San Pietroburgo dovrà suggellare in via definitiva tutti gli impegni presi.
 
DOVE LA TIGRE E' DI CASA: I 13 PAESI CHE PARTECIPERANNO AL VERTICE
Questi i 13 Paesi che parteciperanno al vertice: Bangladesh, Bhutan, India, Indonesia, Cambogia, Cina, Laos, Malesia, Myanmar, Nepal, Thailandia, Russia e Vietnam. E' difficile dare i numeri esatti relativi alle tigri in ciascuno stato a causa del diverso livello di conoscenze e di dati disponibili. In alcuni stati come l'India, il Nepal e la Russia, censimenti di tigre sono stati effettuati in maniera sistematica per molti anni ed esiste, quindi, una buona conoscenza delle fluttuazioni, dei trend e delle cause di cambiamento. In altri paesi, come Bangladesh, Cambogia, Cina, Laos, Malesia, Myanmar e Vietnam, abbiamo una conoscenza molto limitata delle popolazioni di tigre in natura. Le stime più attendibili rivelano comunque un quadro drammatico. Sono appena 200 tigri nel Sunderbans, 350 nell'area del Mekong superiore (con non più di 30 tigri in Vietnam, Cambogia e Laos), 450 esemplari tra Russia e Cina (ma gli esemplari cinesi probabilmente non sono più di trenta), forse anche meno di 400 a Sumatra (Indonesia), 500 in Malesia, mentre il maggior numero di esemplari, 1650, si concentra tra India, Nepal e Bhutan.