La
manovra economica di fine estate sta arrivando, con molti animi
sollevati e qualche arrabbiatura.
Spariranno
le province, con una legge costituzionale, che dovrà passare
attraverso un referendum, perché non avrà la maggioranza dei 2/3 in
parlamento.
Dimezzeranno
il numero dei deputati e dei senatori, ci saranno tagli ai comuni, ci
sarà una piccola riforma delle pensioni, ovvero chi ha riscattato
università e militare non li potrà considerare per il
raggiungimento dei 40 anni: serviranno per il calcolo economico della
pensione, ma non saranno utili per il raggiungimento dell'età
pensionabile, perché per quelli i dovranno considerare solo gli anni
effettivamente lavorati.
La
bella notizia arriva dal taglio dei parlamentari, che saranno
dimezzati dal 2013, invece non c'è il contributo di solidarietà per
i redditi superiori ai 90mila euro.
L'Iva
non è stata toccata e i piccoli comuni potranno respirare, ma le
opposizioni o a dire il vero solo una parte di essa non vorrà la
scomparsa delle province, che sono la forma amministrativa più
antica che esiste in Italia.