Si
vedono sempre auto di lusso, i porti sono colmi di barche e barconi,
anche qualche elicottero e aereo privato, i ristoranti di lusso sono
sempre zeppi di persone, i negozi per abiti firmati sono assaltati
dai soliti personaggi, ma in pochissimi denunciano un imponibile
fiscale superiore ai 100mila euro.
Come
fanno e come faranno è chiaro, ma intanto a pagare resteranno
coloro che non si sanno muovere tra i trucchi dei furbetti: tutta
la colpa di questo sta in una politica economica che preferisce
cerare il centesimo tra i tanti, magari con quattro soldi, che
affrontare la grande evasione.
Per
fare il salto di qualità basterebbe utilizzare ottimi avvocati anche
per le pubbliche amministrazioni, anche con la promessa di una
percentuale sui guadagni, sui ricavi fiscali: certe somme sono spesso
perse per cavilli burocratici, banali ritardi nell’invio degli
avvisi di pagamento, formalità da procedure.
Se
lo Stato iniziasse a vincere contro i grandi evasori in tanti
rinuncerebbero ad evadere, perché costerebbe troppo e sarebbe troppo
pericoloso.
Ora
si minaccia il carcere per gli evasori, quando pochissimi corrotti
sono finiti in prigione e i tribunali sono intasati di tante cause: è
meglio sequestrare e vendere all'asta, dopo rapidi provvedimenti, i
beni degli evasori già scovati: tutto il resto non serve, le minacce
in Italia fanno ridere i potenti e spaventano la povera gente.