Vedremo
ora come finirà per le pensioni, ma pare che il contributivo per
tutti parte da ora ed esattamente per quel periodo che manca da qui
alla pensione: se uno ha maturato 35 anni con il retributivo, il
resto lo calcoleranno con il contributivo.
Faccio
due conti ipotetici e solo indicativi: 35 anni su 40 anni si traduce
in 87,5% in retributivo e in 12,5% in contributivo per calcolare
l’assegno pensionistico, ovvero ci sarà un calo che sarà del 2,5%
al 3, o 4% della pensione, a secondo dell’età dell’interessato.
Questa
è una valutazione indicativa, con un aumento di circa il 2% per ogni
anno di lavoro in più del necessario per ottenere la pensione: in
pratica si premierà chi lavorerà qualche anno in più per ottenere
la pensione.
Non
dovrebbe essere una tragedia, se non si valuta quanto un lavoratore
ha già versato in contributi e quanto avrebbe incassato se questi
soldi fossero stati investiti in modo differente, se non si considera
la stanchezza reale di molti lavoratori, che dovranno restare al
loro posto di lavoro sino a 63 anni.
Si
spera poi, per costoro, che il posto sia sicuro, se fossero
licenziati nessuno li riassumerebbe, tranne per i super
specializzati, categoria fortuna e composta da pochi elementi.