La visione dei dodici Saggi era altrettanto agghiacciante; essi erano gli unici elementi antiquati in un ambiente nuovissimo: erano silenziosi, oltre lo scuro bancone che dal centro, alto alcuni metri, si abbassava verso i bordi laterali.
I due amici non riuscirono a trattenere il loro stupore, mal nascosto da un atteggiamento il più compito possibile: notarono che il seggio più elevato era di un adolescente dai capelli biondo-paglierino e la pelle color latte.
Egli aveva le labbra sottili e il sorriso un po' cattivo, malignetto; gli occhi erano troppo chiari, quasi bianchi, e lo rendevano spettrale.
Appoggiava le sue candide e affusolate mani sul bordo del bancone, ficcava le unghie nel legno verniciato, o stringeva i pugni con ira.