Il
problema è ben diverso da quello italiano, dove si era tentato di
imporre una legge antidemocratica con lo scusante di difendere i
diritti dei calunniati in rete, con un obbligo di replica in
pochissimo tempo, senza poter dare ai gestori dei siti, spesso
piccoli o piccolissimi, il tempo di poter decidere cosa fare,
punendoli con un’ammenda pesantissima se non eseguivano l’ordine
di qualsiasi sconosciuto, espresso anche con un semplice invio
e-mail.
Qui,
in questa vicenda tutta statunitense, il diritto dei cittadini non
conta, ma solo è importante quello degli autori e per prima cosa,
quello delle case editrici, delle case discografiche, delle radio e
delle televisioni.