Già tempo fa avevo notato la stranezza di un giornale che si diceva indipendente, perdeva centinaia di migliaia di Euro in cause per diffamazione e non falliva mai.
Un loro losco individuo mi aveva accusato e minacciato, in modo io dico da mafioso, per le mie osservazioni evidenti, dicendomi che "è tutto regolare e pubblicato nei bilanci".
Sapendo che il marcio spesso è tanto evidente quanto banale, osservai un fatto chiaro come il sole, ogni anno il quotidiano, diciamo populista, invitava e invita i suoi lettori a donare soldi per sostenerli.
Qui, come si diceva un tempo, casca l'asino, ovvero basta che tra i fedeli sostenitori ci sia uno o due che invece di dare 10 euro ne dà 10 mila, o 100 mila in più bonifici, che il gioco del finanziamento occulto, ma non troppo, è fatto.
Poi sapere, da sempre, che le grandi famiglie siano così interessate alla stampa, detta libera e democratica, perdendo pure dei soldi, è un fatto quasi antico.
Influenzare la politica serve per poi portare avanti i propri interessi, per la ditta di famiglia.
Così costoro, a pagamento e come le meretrici, lavorano pure loro di notte.
Ogni tanto si ritrovano condanne varie per diffamazione, ma la prescrizione li libera da tutto, grazie alla lentezza del nostro vetusto sistema giudiziario.
Poi per le spese ci pensa il mandante a ripagare il tutto e i calunniatori professionisti diventano pure eroi, per i minchioni democratici, non dico altro.
Si sa che nei borghi un tempo le comare si dilettavano a inventare, a diffondere, calunnie, per rovinare la reputazione e la vita a chi stava antipatico a loro.
Oggi tutto passa attraverso la stampa e i pennivendoli spocchiosi sono i nuovi eroi del popolo cornuto, che vede le corna sulle teste del prossimo, ma non le proprie.