Mi ricordo la spiegazione di Tolstoj, appunto in Guerra e Pace, per dare un senso alla guerra, in quel caso all'invasione napoleonica della Russia.
Ovvero l'avidità e le bramosie di molti, sommate, portano alla guerra, alle invasioni e ai saccheggi.
Sì, non sono i tiranni che favoriscono i conflitti bellici, ma chi mette costoro ai posti di comando.
I dittatori sono tutti individui da cura psichiatrica obbligatoria, ma ogni tanto qualcuno li innalza a "geni del male" e li manda a guidare le armate.
Quindi per dire no alla guerra servirebbe mutare mentalità e cercare sia la verità che la giustizia, ma detto così pare troppo formale, da discorso ufficiale prima delle parate.
Ogni giorno bisogna denunciare il marcio che vediamo, non serve essere dei martiri, ma non tacere sullo schifo che ci circonda, anche se questo non ci farà ottenere due vantaggi piccoli e meschini, ci libererà dalle guerre, dalla violenza e dal crimine.
Chi, per esempio, tace sui crimini mafiosi e clientelari, chi non vede la moglie islamica, maltrattata con le figlie, è un complice di costoro.
Alla fine il clientelismo ci porterà all'inefficienza e agli sprechi, che paghiamo tutti ogni giorno.
Le mafie portano la droga ai nostri figli e a quelli dei vicini, che ci possono aggredire, oltre a rovinare le loro e le nostre esistenze.
La violenza islamica uscirà dalle loro famiglie e ci colpirà tutti, prima poi.
Infine, spesso, per soffocare tutto questo marciume, si inventano le guerre contro nemici veri o immaginari.
Sì, la pace la si conquista con la verità.