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9 mar 2024
Ottimismo o pessimismo per il futuro?
Abbiamo molti strumenti che nel passato non se li immaginavano neppure, ma tutte le nuove tecnologie necessitano menti aperte, razionali, con un forte senso pratico e un po' di intelligenza creativa, che in molti non si vede.
Il lavoro cambierà e i mutamenti saranno rapidi.
Il problema sta nella classe dominante europea, formata da autentiche mummie, che ostacolo il nuovo con norme che tendono a bloccarlo.
In teoria moltissimi lavori verranno inglobati dal sistema informatico, con l'IA, quindi serviranno solo gente capace e ben istruita, ma molto di meno del passato.
Potremmo in pochi anni ridurre il numero dei medici, degli insegnanti, potrebbero sparire gli avvocati e gli autisti.
I giudici, grazie a Dio, verrebbero sostituiti da una magistratura intelligente e artificiale, con sentenze rapidissime, eque per tutti.
Non ci sarebbe settore non messo in discussione, forse il campo artistico e letterario rimarrebbero ancora umani, ma non molto altro avremmo.
Poi i lavori di bassa professionalità o di nessuna professionalità, come quello dei fattorini, dei manovali, dei camerieri, verranno spazzati via quando il costo dei robot sarà inferiore al salario minimo di costoro.
Cosa faranno i lavoratori in futuro?
Saranno alle spalle di tutto questo, dirigeranno e organizzeranno, ma in tanti, in troppi, non riusciranno ad essere utili e verranno scaricati nelle periferie degradate.
Sì, il futuro promette la fine del benessere diffuso e un mondo selettivo, dove chi non si adatterà verrà messo ai margini.
Così l'invenzione del Reddito di cittadinanza mi pare un palliativo costoso oltre che pericoloso per gli esclusi.
Alla fine il principio che "chi non lavora non mangi neppure" resta sempre attuale e gli esclusi diventano vuoti a perdere.
Sinceramente resto del parere che solo l'istruzione salverà molte vite, ma temo che la nostra scuola sia ferma a situazioni ottocentesche, non ci sono più i pennini con l'inchiostro, per la formazione di futuri mezze maniche, come capitava ancora negli anni Sessanta, ma i nostri insegnanti non sono un esempio di inclusione sociale riuscita.
Oggi voglio essere cattivo e ricordo che spesso vivono da precari sino a 50 anni, girando l'Italia, prima di arrivare ad avere un posto stabile, di ruolo.
Non è colpa loro, non sempre, però qualcosa non funziona, perché se dovessero essere loro a preparare i giovani, con mentalità aperte al futuro, siamo tutti fregati.
Internet è uno strumento favoloso, che ti permette di metterti in vista, anche per lavorare, ma in genere i ragazzi si rincoglioniscono con i social, usati pure questi male.
Invece si possono avere contatti importanti in tutto il mondo e veder fiorire le proprie attività professionali, generando lavoro anche redditizio.
Sì, il futuro lo vedo difficile e duro, spariranno le aristocrazie ridicole, sindacali, clientelari, famigliari, provinciali.
Però chi non si adatterà al nuovo lo vedo messo male, scusate, io faccio una profezia, mi diverto un po': "Entro cento anni il 99% dei lavori spariranno e nasceranno solo nuovi lavori, anche di poche ore settimanali, ma saranno per pochi, uno su dieci avrà il suo posto."
Cento anni sono tanti e la strage dei mestieri è già iniziata, infatti si cercano tecnici e i lavori di basso livello vengono sempre meno pagati, con salari per Paesi in via di sviluppo.
Forse per questo vogliono immigrati non integrabili da noi, per meglio escluderli in ghetti, che potrebbero diventare lager in futuro, giocando sullo scontro etnico.
Sì, prima li ospitano, pagandolo 1 o 2 Euro all'ora, poi li ghettizzeranno quando si ribelleranno.
Da questo deduco, da tempo, che l'altra faccia del buonismo è il nazismo.