12 nov 2010

Terroristi e pedofili - tutti in rete

Così i pedofili, i terroristi seguono la logica della vanità: esistono solo se appaiono.... su Internet.

Io faccio un'ipotesi strana per molti, ma credo che sia l'unica che abbia un senso. Non credo alla cultura degli anni Cinquanta che vede nella Cia la causa di tutti i mali, nel cosiddetto imperialismo statunitense: sono teorie preconfezionate, manichee.

E' tutta merce vecchia, da discarica.

Io credo invece che lo spirito di questo XXI secolo sia tutto apparenza, apparire, commerciare, trafficare: pure i terroristi, i pedofili fanno parte del business mondiale, con i suoi orrori.

Verranno sconfitti, almeno grazie alla rete perché già individuati: finiranno dietro le sbarre quando non saranno uno spettacolo pubblico da mostrare al mondo, con i loro fans, i “liberali” che sostengono che tutti hanno diritto di dire e di propagare qualsiasi schifezza.

La fine di costoro è ovvia, prima o poi avranno una tuta da carcerati: Ben Laden o sarà ucciso o finirà in gabbia e mostrato a mezzo mondo come uno scimmione appena catturato.

Lo faranno quando farà comodo...a loro.





Chi gestisce questo spettacolo dell'orrore?

Chi è il padrone del baraccone e decide che quella scena è finita e ne inizia un'altra?

I di tale sceneggiata non sono i servizi segreti, neppure i mercanti di morte e di pedo-pornografia: siamo noi, utenti della rete, a permettere tutto questo.

Perché non urliamo a certi signori, potenti del mondo, che la guerra in Iraq, ma pure in Afghanistan, non serve per dare la caccia ai terroristi?

Perché non pretendiamo che la smettano di prenderci per il....naso: tutti sanno che certi personaggi del potere sono sporchi e tra loro ci sono dei viziosi, che proteggono i pedofili, loro amici e complici.

Morte ed orrore passano nella rete, perché noi soffriamo di una malattia antica: il relativismo morale, ovvero tutto è lecito, basta che ci porti dei vantaggi economici, diretti o indiretti.

Non lamentiamoci poi se gli spacciatori e i viados “lavorano” sino sotto casa nastra, se i terroristi preparano le bombe per la metropolitana o il supermercato, frequentati da noi.

Prima o poi le bombe esploderanno e potremo essere coinvolti, anzi, “siamo sempre coinvolti”, come cantava Fabrizio De Andrè nella canzone il “Bombarolo”.