22 feb 2011

I giorni della rivolta in Libia





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La guerra civile in Libia è qualcosa di nuovo e terribile: il mondo arabo insorge, ma non si capisce cosa sta capitando veramente.
Non è una rivolta islamica, o non è solo quella, non è unicamente per il pane, anche se è la prima causa scatenante.
C'è voglia di libertà e di democrazia, ma anche di ritorno alla tradizione, senza contaminazioni occidentali.
Sono spinte diverse, ma per la prima volta dobbiamo guardare a questo mondo non come a qualcosa che è lontano dal mondo moderno, chiuso nelle sue tradizioni secolari.
Forse queste rivolte finiranno in una nuova chiusura verso il mondo, ma questa volta i sintomi sono chiari: i paesi arabi, islamici non sono solo tradizione e sopportazione passiva ai soprusi, alle ingiustizie.
Si vuole libertà e giustizia sociale, contro la corruzione e i tiranni che li derubano.
Questa rivoluzione però assomiglia troppo, ancora, alle nostre sommosse contadine, che ogni tanto scoppiavano contro i signorotti troppo corrotti, magari dai costumi poco pii, per nulla religiosi.
Questa porterà al potere una nuova repubblica islamica?
Forse non sarà così, anzi questa rivolta forse non sarà di questo genere: prima o poi, la libertà e la cultura areligiosa arriverà nel Sud del Mediterraneo.
Tra i rivoltosi ci sono forze laiche, moderate, tranquille, intelligenti, che potrebbero far nascere delle repubbliche democratiche, con una autentica libertà individuale.
Invece ancora un volta l'Occidente pensa questo mondo come se fosse tutto nel medioevo: non capisce che esistono realtà e realtà, gente colta, gente capace di modificare la sua eredità.
Come finirà?
L'Occidente appoggerà le solite forze retrograde e non ascolterà le altre componenti di queste società.
Nascerà una Repubblica islamica?
Ci saranno tante Repubbliche islamiche nel Sud del Mediterraneo?
Qualsiasi cosa nasca avrà una vita difficile e dura: l'instabilità trionferà su tutto e l'integralismo non potrà comprimere una società moderna, con le sue telecomunicazioni, se non con forze militari, appoggiate dai venditori di armi occidentali.
Io sono sempre più convinto che Internet, strumento a cui nessuno può rinunciare se non vuole finire nel sottosviluppo più nero, sia la causa delle nuove idee che si diffondono nel Nord d'Africa.
Questo è solo l'inizio: saranno tantissimi i poteri antichi che cadranno come birilli nei prossimi decenni.
Non saranno solo le dittature da operetta, ma pure le piccole mafie, i signorotti locali, i burocrati antiquati e risibili.
Sicuramente il mondo fra cento anni sarà diversissimo da quello di oggi: sarà uniforme e senza troppe differenze culturali locali, ma il potere sarà nella rete, chi avrà gli strumenti culturali e tecnologici per dominarla avrà il controllo del mondo.
Queste rivolte sono solo l'inizio della fine del vecchio mondo.