24 feb 2011

La crisi economica è figlia di quella finanziaria, che è a sua volta figlia della bramosia di guadagno a tutti i costi, senza scrupoli.


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La crisi economica è figlia di quella finanziaria, che è a sua volta figlia della bramosia di guadagno a tutti i costi, senza scrupoli.
Ciò che stiamo assistendo è uno scontro tra potentati internazionali, tra affaristi, che investono Paesi interi?
La crisi dei Paesi arabi sono state spronate dalla crescita del prezzo del pane, all’inizio, ma poi ha preso aspetti locali e assomiglia a un regolamento di conti, tra gruppi differenti di popoli diversi.
Il disordine del vecchio sistema politico internazionale pare favorito dalla nuova politica estera Usa, che spesso confonde una sommossa con la lotta di liberazione di un popolo: perché un regime dittatoriale si trasformi in sistema stabile e democratico servono aiuti esterni, parlo dell’appoggio verso governanti democratici che devono ripulire i loro Paesi da tradizioni antiche, aprendo il loro mondo al dialogo con l’esterno, contrastando con il carcere chi impone vecchie leggi, tradizioni famigliari e tribali, ai giovani, alle donne.
Invece la politica estera occidentale ha sempre preferito chi non rinnova la società, ma chi la conserva, per lasciare tutto immobile, adatto allo sfruttamento internazionale: i fanatici sono spesso dei cattivi affaristi, anche persone corrotte che vendono i beni del loro popolo in cambio di armenti e permettono che, anche indirettamente, la loro gente sia sfruttata dagli stranieri.