8 feb 2011

Ultimissime immigrazione in Italia


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L'immigrazione in Italia ha subito non un calo, ma un rallentamento, dovuto alla crisi economica: il saldo tra nuovi immigrati e rientro alle proprie terre di origine, tra i nuovi arrivi e le cancellazioni all'anagrafe, è stato ancora positivo nel 2009, ma è minimo.
L'Italia attira di meno e c'è meno lavoro: le ditte cercano meno lavoro degli immigrati e questo fatto è il primo di una situazione nuova da capire.
La causa dell'immigrazione è legata non dalla mancanza di italiani disposti a svolgere certi lavori, ma dalla corsa al ribasso del costo del lavoro per certe attività lavorative di scarsa, se non di nessuna specializzazione.
I lavori manuali, quelli che non si svolgano con scarsa professionalità, ora non necessitano più di manodopera a basso costo?
Per spiegare il fenomeno bisogna collegarlo con il cambio delle valute: l'euro è una moneta forte e i risparmi dei lavoratori extracomunitari potrebbero risolvere moltissimi problemi in Patria.
Mille euro possono bastare per campare discretamente un anno intero, così l'attrattiva di guadagni, per loro altissimi, in Europa, li porta a cercare questa moneta forte, che in Italia, in Europa non basta mai: i loro salari sono spesso insufficienti per una vita decente, così risparmiano su tutto, vivono in condizioni terribili, per poter tornare a casa con un bel gruzzolo.
Il cambio sfavorevole dell'Euro moneta forte, però rende sempre più complesso l'esportazione e favorisce l'importazione di merci di bassa qualità: così la nostra industria e tutte le attività produttive stanno diventando sempre più attente alle nuove tecnologie, alla ricerca di manodopera specializzata, con produzioni con poca manodopera e merci di valore.
La nostra società diventa sempre più rivolta a uno sviluppo con poco lavoro manuale: siamo ancora lontani dal giorno che tutto sarà svolto da macchine, dal punto di vista manuale, ma ci avviciniamo lentamente.
Per ridurre il costo del lavoro lo si organizza e lo si rende più efficiente e più produttivo: non si risparmia solo sul costo del lavoro, ma si preferisce ridurre i lavoratovi con le nuove tecnologie e con la maggiore efficienza.
E' la moneta forte, non solo quella, che costringe i nostri imprenditori a preferire certe produzioni, evitando o trasferendo quelle ad alta presenza umana, all'estero.
La famosa e temuta, o sperata, invasione di extracomunitari in Italia non ci sarà: alla fine la situazione sarà molto diversa e avremo, prima o poi, un riflusso di manodopera verso le loro terre di origine.
I lavori manuali alla fine sono limitati e non conviene attraversare mari e deserti per stipendi sempre più miserabili.
La nostra società futura, italiana, sarà diversa certamente da come noi la immaginiamo: le profezie si sono sempre più dimostrate assurde, fantasiose, ridicole.
Io non le farò, ma certamente mi posso immaginare un'Italia con tanti extracomunitari integrati, più italiani degli italiani e molti emarginati che subiranno ciò che la storia ha sempre riservato per loro.
Per questo vorrei ricordare gli orrori del passato, ma non voglio annoiarvi con i particolari.
Quindi è solo il mercato che attira o respinge i lavoratori da terre lontane, non è ancora un'inversione di tendenza, ma in futuro entreranno da noi non manovali, ma ingegneri del Terzo Mondo e quelli non creeranno i sentimenti razzisti e xenofobi che serpeggiano oggi tra la gente.
L'Italia sarà una terra di stranieri?
Sarà conquistata dall'Islam?
No, sarà sempre abitata da italiani, che torneranno a fare qualche figlio in più, ma solo con qualche “colore” nuovo, aggiunto: i drammi resteranno probabilmente sempre nel Sud del Mondo, con massacri, migrazioni con milioni di morti lasciati lungo le strada, dolori e disperazione.
Da noi si continuerà a straparlare con la stupida retorica politica di sinistra, di destra e anche di centro.