I primi loro respiri furono la causa di un forte rinvigorimento, perché non più soffocati dall'aria stagnante e opprimente del sottosuolo: in quel momento l'aria possedeva un gusto simile a quello dell'acqua fresca per un assetato.
Il cerchio rosso del sole si stava smarrendo fra le nubi nere dell'orizzonte: non rimase a loro altra scelta che quella di un bivacco notturno. Dopo tutti i rischi passati e abituati a situazioni ben peggiori: essi non si preoccuparono né delle ombre maligne, né dei briganti dei boschi.
Accumularono tutta la legna che la luce crepuscolare acconsentì di raccogliere e ne fecero una grossa fascina, sperando che fosse sufficiente per la notte.
Albert percepì lo svanire dei suoi traumi psicologici, comprendendo, istante dopo istante, di non dover temere altri pericoli.
Per la prima volta si insinuò in lui il dubbio sulla scelta dell'epoca: si era trovato meglio in quella presente, dove aveva
conosciuto un maestro alchimista così bravo e paziente da farlo sentire qualcuno.