22 mar 2012

repubblica - politica italiana - Un Paese corrotto non è affidabile



Un Paese corrotto non è affidabile e quindi i suoi titoli di Stato valgono poco: questa verità è spesso scordata dai commentatori sulla stampa nazionale e i nostri politici sorvolano la questione.
In passato si era pure teorizzato qualcosa che sfiorava il favoreggiamento o l’istigazione a delinquere: si era insinuato che i corrotti erano furbi, quindi intelligenti, abili, quindi adatti, molto meglio degli onesti, a gestire il denaro pubblico.
Questa demenziale, criminale idea passò tranquillamente nella testa degli elettori, specialmente in quella parte che non pagava le tasse, che si era arricchita sul lavoro altrui, spesso facendo carte false e vendendo prodotti scadenti: sì, i soliti furbetti che spandevano pattume e veleni nell’ambiente, ma avevano tanti status symbol, da apparire … vincenti.
Oggi in molti si stanno accorgendo che quelle idee erano degne dei peggiori truffatori, degli imbonitori televisivi che vendevano cianfrusaglie taroccate e altro ancora.
Tale malefica tesi si basava su un errore grossolano: la confusione tra scaltrezza e intelligenza.
La prima è legata alla velocità dell’esecuzione di un atto: scaltro è il gatto che ci ruba la bistecca sul piatto, ma non è più intelligente di noi.