L'intervista al figlio di Preiti, l'attentatore del Quirinale, viola le regole del buon giornalismo: un bambino di 11 anni non può essere sbattuto in prima pagina per colpa del padre, che spara come un folle e diventa attentatore.
Il fatto lascia perplessi e manterremo il silenzio sulle dichiarazione di questo povero bambino, che si è trovato immischiato in un fatto più grande di lui.