La sentenza non era certa, ma il delitto, da non esperto, pare certo, come certo è il colpevole: le prove c'erano, ma lui, ragazzo di buona famiglia con un un futuro certo, in carriera, non doveva essere condannato.
Lei era una brava ragazza, che odiava i pedofili e le foto sul suo computer avrebbero fatto scattare la rabbia di lei e la reazione violenta di lui.
Così hanno confermato i giudici, per le immagini trovate sul suo computer, per le prove nascoste, per gli errori nel cancellarle: lui non aveva tracce di sangue sulle scarpe, mentre sostenne di essere transitato sul pavimento sporco di sangue.
Tutto chiaro?
Forse no, ma giustizia è stata fatta.