11 gen 2024

Il mercato delle armi e i suoi noti segreti.

Durante la guerra contro gli armeni, organizzata dal regime filo turco, dell'Azerbaigian, dove ci fu la pulizia etnica degli armeni, del Nagorno-Karabakh, la stampa rimase indifferente, quindi non si videro idioti sventolare bandierine in piazza.
Gli armeni, per il politicamente corretto dominante, possono tutti crepare e quindi i tossicodipendenti per le manifestazioni della Palestina libera non c'erano, avevano altro da fare, per esempio qualche spinello e qualche acido.
I turchi, così raccontava la stampa occidentale, ha delle fabbriche di droni, usati contro gli armeni, che avevano la colpa di essere stati vicini, per motivi strategici, alla Russia di Putin.
Invece la Turchia, terra desolata con un sistema economico e finanziario che fa la felicità degli speculatori, con la Lira Turca sempre più svalutata e che porta alla fame l'intero sovrappopolato Paese, è sempre utile e un tiranno come Erdogan non lo si trova tutti i giorni.
È utile e funzionale per tutti i giochi geopolitici del momento storico.
Non credendo alle abilità tecniche dei turchi, che dalla caduta dell'impero Bizantino seppero solo importare e comprare armi, ma mai costruirle da soli, per i soliti motivi culturali, ovvero dove c'è l'islam la razionalità sparisce, feci una breve ricerca su Internet e seppi quello che i nostri pennivendoli non volevano sapere.
I droni turchi in realtà erano solo assemblati in Turchia, ma erano stati creati in Canada, da una ditta canadese.
In pratica il Paese Nord Americano faceva il lavoro sporco, perché sicuramente, per motivi strategici e diplomatici, l'origine dei brevetti in questione era statunitense, poi il Canada li aveva ceduti alla Turchia, che li assemblava sul loro territorio.
A questo punto mi chiedo se i droni iraniani, la Turchia ha un rapporto di amicizia  malamente celato con gli sciiti iraniani, abbiano la stessa origine.
Pure gli stessi droni che colpiscono le navi commerciali nel Golfo Persico appartengono alla stessa famiglia, abbiano la stessa origine, di quelle turche che furono utili nella pulizia etnica degli armeni, nel Nagorno-Karabakh?
Altra domanda lecita ci porta a chiedere perché queste ditte, che favoriscono i tiranni islamisti, non vengono sanzionate, i responsabili non sono incarcerati?
La risposta è semplice, "finché c'è guerra c'è speranza". 
Tradotto in lingua parlata oggi questa battuta, di un vecchio film degli anni Settanta di Albero Sordi, può essere chiarita con il fatto che il motore dell'economia resta, continua ad essere, il consumismo bellico.
Se si producono armi e poi si distruggono, si favorisce la produzione di altre armi, spronando tutto il sistema industriale ed economico collegato. 
L'industria bellica trascina il mondo economico e quindi i venditori di armi, come ai tempi delle guerre contro i nativi americani, possono tranquillamente scambiare fucili in cambio di pelli e di pepite d'oro, poi la cavalleria statunitense sconfiggerà sempre i....... selvaggi.
Oggi si vendono armi in cambio di petrol Dollari, facendo passaggi evidenti, grazie a buffi tiranni, che assomigliano a comici, ma sono lasciati ai posti di comando perché qualcuno si arricchisce e tanti conoscono il gioco sporco, ma tacciono.