Chi è cresciuto in epoche dove i bambini, già a 9 e 10 anni, si muovevano liberi nei parchi, sa bene che le baby gang sono sempre esistite.
Ai miei tempi si chiamavano bulli, semplicemente, o figli di puttana spesso, con il padre in prigione e la madre dedita al lavoro più vecchio del mondo, che promettevano un destino prestabilito, crescevano seguendo i sacri principi della loro miseria morale prima che economica.
Erano vigliacchi schifosi, attaccavano i bambini soli, più piccoli di loro qualche anno, li umiliavano, li picchiavano, anche li derubavano, poi fuggivano.
Che fine fecero?
Come al solito crebbero come la gente aveva previsto per loro, presto conobbero il riformatorio, poi il carcere, infine seppi del loro destino ultimo, già a trent'anni erano dei fondi di galera e un avvocato penalista confermò, che chi non era morto era un senza fissa dimora, perché le bande criminali prima sfruttano costoro poi li scaricano.
Oggi queste bande vengono definite come baby gang, usando termini statunitensi, oggi sono formate in gran parte da figli di immigrati e da qualche italiano, che si è integrato da loro e non il contrario.
Il finale sarà sempre quello, diciamo quello storico o se si preferisce quello delle periferie delle città statunitensi, con crimine dilagante e violenza crescente, con morti e feriti.
Era difficile prevedere tutto questo in passato?
Si ringraziano per questi risultati i tanto bravi buonisti accoglienti e che il diavolo li porti e li porterà.