Visualizzazione dei post in ordine di data per la query navi. Ordina per pertinenza Mostra tutti i post
Visualizzazione dei post in ordine di data per la query navi. Ordina per pertinenza Mostra tutti i post

16 gen 2012

WWF: “MAGGIORI GARANZIE PER TUTELARE LE AREE SENSIBILI”


INCIDENTE ISOLA DEL GIGLIO

WWF: “MAGGIORI GARANZIE PER TUTELARE LE AREE SENSIBILI”
Il WWF scrive al ministro dell’Ambiente e chiede un tavolo di confronto
con tutti gli operatori del mare

Ogni anno nel Santuario dei Cetacei 10.000 transiti commerciali
e 70 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi

Con una nota inviata al Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, il WWF solleva con forza il problema del controllo delle rotte all’interno del Santuario internazionale dei Cetacei e chiede un atto di verità e coerenza perché venga avviata una gestione reale, e non puramente formale, in un’area marina preziosa per la biodiversità, interessata ogni anno da oltre 10.000 transiti commerciali (non considerando quindi le imbarcazioni private), senza alcun obbligo di rotte certe e senza alcun riscontro satellitare costante, mentre l’unica attività ad alto impatto veramente vietata è quella delle gare motonautiche offshore.

In assenza di regole basilari che sono state troppe volte rinviate, il Santuario dei Cetacei, istituito nel 1999, non è in grado di tutelare adeguatamente i propri beni ambientali e paesaggistici, e perde totalmente la sua ragion d’essere, tanto da poter essere dichiarato un sostanziale fallimento. Ne sono gli esempi più recenti il drammatico incagliamento della Costa Concordia al Giglio e quanto accaduto all’alba del 17 dicembre 2011, quando l’Eurocargo Venezia  della Grimaldi Lines, ha perso due semirimorchi trasportati in coperta, contenenti tonnellate di un catalizzatore al cobalto-nichel estremamente inquinante a sud dell'isola di Gorgona, a una ventina di miglia dalla costa e a una profondità variabile tra i 120 e 600 metri, per un totale di 198 fusti metallici non ancora recuperati.

Alla luce di questi eventi, il WWF ribadisce la necessità di mantenere un dialogo strutturato con gli operatori del mare e chiede l’istituzione di un tavolo di confronto, che riprenda l’impostazione di quello del 2001 sul traffico marittimo pericoloso, per prevenire che incidenti di tale natura possano compromettere gli ecosistemi marini.

Allo stesso tempo il WWF si appella a Costa Crociere perché, nell’ambito delle azioni messe in atto in questa delicata fase delle operazioni di recupero, continui a garantire la massima attenzione per scongiurare ogni tipo di impatto ambientale potenzialmente annesso alla tragedia, a partire dal rischio di sversamento di carburante che fino ad ora è stato mantenuto sotto controllo.

Nella nota inviata al Ministro dell’Ambiente, il WWF ricorda anche che nell’alto Tirreno insistono aree di enorme pregio come i parchi nazionali dell’Arcipelago Toscano, della Maddalena, delle Cinque Terre, come l’Argentario, il Golfo dei Poeti, Lerici, Portofino, come la Corsica, le Bocche di Bonifacio o il ponente ligure. Un immenso patrimonio di bellezza e biodiversità, di paesaggi mozzafiato e natura, di cultura e tradizioni oltre che di lavoro, che viene quotidianamente messo a rischio dal traffico petrolifero: 49 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi vengono movimentate dal porto di Genova, 14 da quello si Savona, quasi 5 da quello di Livorno.

Il WWF chiede di fare il punto anche sull’applicazione dell’accordo volontario sul traffico marittimo pericoloso sottoscritto nel giugno del 2001, su iniziativa dei Ministri dell’Ambiente e dei Trasporti, con Confindustria (anche  per conto di Confitarma, Unione Petrolifera, Assocostieri e Federchimica), l'Assoporti, le organizzazioni sindacali (CGIL, CISL, UIL e UGL) e le maggiori associazioni ambientaliste (Amici della Terra, Italia Nostra, Legambiente, Marevivo e WWF Italia). L’accordo prevedeva un articolato programma di interventi concreti finalizzati a prevenire i rischi connessi al trasporto marittimo di sostanze pericolose, innanzitutto mediante la più rapida messa al bando dalle nostre acque delle navi petroliere monoscafo, oltre ad altre misure per evitare il lavaggio delle cisterne in mare, per una più calibrata formazione professionale degli equipaggi, per la rapida ratifica della Convenzione internazionale “bunker oil”, per la tutela di particolari aree quali le bocche di Bonifacio e la laguna di Venezia. Secondo il WWF non solo è fondamentale avere a 10 anni di distanza un bilancio condiviso, ma anche rilanciare su altri settori quali ad esempio lo stato di applicazione della Bunker Oil Convention  in vigore dal novembre 2008. Inoltre il WWF chiede per questo settore una particolarissima attenzione anche al cosiddetto doppio bunker per i serbatoi delle navi da crociera che, come la vicenda della Costa Concordia dimostra, potenzialmente possono creare elevate criticità ambientali per le grandi quantità di combustibile trasportate.

Secondo il WWF il problema della delicatezza del Mediterraneo dev’essere assunto nel suo complesso al di là delle situazioni puntuali. Infatti sulle coste del Mediterraneo non solo insistono 750 porti turistici e 286 porti commerciali, ma anche 13 impianti di produzione di gas e 180 centrali termoelettriche. Questo sistema interessa la movimentazione di oltre 2000 traghetti, 1500 cargo, 300 navi cisterna, centinaia di imbarcazioni commerciali; stime delle Nazioni Unite attestano che il Mediterraneo ogni anno è attraversato da oltre 200.000 transiti. La sicurezza nasce dunque non solo dal fissare regole, ma anche dal farle rispettare garantendo i necessari controlli.

4 dic 2011

UN ACCORDO SULLE EMISSIONI DEL TRASPORTOMARITTIMO


COP 17 Conferenza sul clima

OXFAM E  WWF INSIEME CON GLI ARMATORI SOLLECITANO UN ACCORDO SULLE EMISSIONI DEL TRASPORTOMARITTIMO

Alla Conferenza sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite in corso a  Durban, Sudafrica,  Oxfam e WWF avanzano insieme una proposta aigoverni per arrivare a un'ulteriore riduzione delle emissioni di gas a effettoserra derivanti dal traffico marittimo internazionale attraverso una  migliore regolamentazione mondiale delsettore. 

Oxfam, WWF e la International Chamber ofShipping (che rappresenta oltre l'80% della flotta mercantile mondiale)chiedono ai delegati della COP 17 di dare all'Organizzazione MarittimaInternazionale (IMO) chiare indicazioni su come ridurre le emissioni deltrasporto marittimo attraverso lo sviluppo di incentivi.

Secondo le tre organizzazioni, un quadro normativo efficace per arginare leemissioni di CO2 da trasporto marittimo internazionale deve essere di naturaglobale e progettato in modo da ridurre la possibilità del cosiddetto 'carbonleakage' (la rilocalizzazione delle emissioni), tenendo pienamente conto degliinteressi dei paesi in via di sviluppo, del principio dell’UNFCCC diresponsabilità comuni ma differenziate e delle rispettive capacità (CBDR).

Tra le misure proposte dalleorganizzazioni c’è l‘adozione da parte dell'IMO di un meccanismo dicompensazione attraverso il quale una quota significativa di ricavi raccoltidal trasporto marittimo internazionale potrebbe essere destinata ai paesi invia di sviluppo per fornire una nuova fonte di finanziamento a sostegno deiloro sforzi per affrontare i cambiamenti climatici. I ricavi  potrebbero essere stanziati attraverso uncanale appropriato, quali il Fondo verde per il clima, di cui si discuterà aDurban.

Se è vero che ci sono alcune differenze di opinione sui dettagli di un talemeccanismo, sia la società civile che le organizzazioni dell'industriamarittima sottolineano che la priorità immediata per i governi riuniti inoccasione della COP 17 a Durban non è lavorare sui dettagli tecnici per iltrasporto marittimo, ma facilitare la risoluzione della discussione politicasulle modalità di applicazione del principio delle responsabilità comuni madifferenziate e delle rispettive capacità nel settore del trasposrto marittimo e assicurare il rapidocompletamento dei lavori dell'IMO.

Per quanto riguarda le tasse sulle emissioni di carbonio che potrebbero essereproposte dai governi, Oxfam, WWF e l’International Chamber of Shipping credonoche il recente accordo sulle misure tecniche e operative per ridurre leemissioni del trasporto marittimo dimostra che l’IMO è in grado di sviluppareun ulteriore accordo internazionale. Vista l'urgenza necessaria per evitarecambiamenti climatici catastrofici, le tre organizzazioni invitano i governi aprendere tutte le misure necessarie per accelerare un tale accordo in sede IMO.

Mariagrazia Midulla responsabile PolicyClima e Energia WWF Italia:

"Siamo molto lieti che il settore dei trasporti marittimi riconosca lapropria responsabilità e voglia  fare lasua parte per un'ulteriore riduzione delle emissioni di gas serra. Con circa il3% delle emissioni totali del mondo, la piena partecipazione del settore deltrasporto marittimo sarà di grande aiuto per mantenere il riscaldamento globaleal di sotto dei 2 ° C concordato dai governi. Introdurre una tassa sul carbonioemesso nel settore del trasporto marittimo globale può significare enormivantaggi nella realizzazione dei nostri obiettivi. Siamo d'accordo con gliarmatori che la sede migliore, per elaborare i dettagli su come le emissionidel trasporto marittimo possono essere affrontate con un meccanismo diincentivi economici, è l'Organizzazione marittima internazionale. Un fortesegnale da parte dei leader riuniti a Durban, che mostri la loro determinazionea compiere progressi in questo settore, contribuirà ad accelerare il processo."

Tim Gore, consigliere per il clima diOxfam:

"Accogliamo con favore l'impegno costruttivo del settore del trasportomarittimo nella ricerca di soluzioni alla crisi climatica. Industria e societàcivile concordano sul fatto che le emissioni del settore marittimo possonoessere regolate in un modo più equo, tale da contribuire a generare le risorsenecessarie per affrontare il cambiamento climatico ".

" Ai colloqui Onu sul clima a Durban è essenziale che i governi diano ilsegnale necessario affinché l’accordo nell’ambito dell'Organizzazione MarittimaInternazionale posa diventare realtà".

Segretario Generale ICS, PeterHinchliffe:

"L'industria  del trasportomarittimo accoglie con favore il riconoscimento da parte di questi importantisettori dell'ambiente e dello sviluppo. E’ nell'interesse di entrambi regolareil trasporto marittimo tramite il nostro organismo di settore, l'OrganizzazioneMarittima internazionale. Le stesse regole per la riduzione del carbonio devonoessere applicabili a tutte le navi commerciali a livello internazionale, nelrispetto dei principi della Convenzione sul clima delle Nazioni Unite". 

"Se i governi decidono che il trasporto marittimo deve contribuire al'Fondo verde per il clima' dell'UNFCCC, l'industria può probabilmente sostenerequesto principio a patto che  i dettaglisaranno concordati in sede IMO, come chiediamo”. 

WWF INSIEME CON GLI ARMATORI SOLLECITANO UN ACCORDO SULLE EMISSIONI DEL TRASPORTOMARITTIMO


COP 17 Conferenza sul clima

OXFAM E  WWF INSIEME CON GLI ARMATORI SOLLECITANO UN ACCORDO SULLE EMISSIONI DEL TRASPORTOMARITTIMO

Alla Conferenza sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite in corso a  Durban, Sudafrica,  Oxfam e WWF avanzano insieme una proposta aigoverni per arrivare a un'ulteriore riduzione delle emissioni di gas a effettoserra derivanti dal traffico marittimo internazionale attraverso una  migliore regolamentazione mondiale delsettore. 

Oxfam, WWF e la International Chamber ofShipping (che rappresenta oltre l'80% della flotta mercantile mondiale)chiedono ai delegati della COP 17 di dare all'Organizzazione MarittimaInternazionale (IMO) chiare indicazioni su come ridurre le emissioni deltrasporto marittimo attraverso lo sviluppo di incentivi.

Secondo le tre organizzazioni, un quadro normativo efficace per arginare leemissioni di CO2 da trasporto marittimo internazionale deve essere di naturaglobale e progettato in modo da ridurre la possibilità del cosiddetto 'carbonleakage' (la rilocalizzazione delle emissioni), tenendo pienamente conto degliinteressi dei paesi in via di sviluppo, del principio dell’UNFCCC diresponsabilità comuni ma differenziate e delle rispettive capacità (CBDR).

Tra le misure proposte dalleorganizzazioni c’è l‘adozione da parte dell'IMO di un meccanismo dicompensazione attraverso il quale una quota significativa di ricavi raccoltidal trasporto marittimo internazionale potrebbe essere destinata ai paesi invia di sviluppo per fornire una nuova fonte di finanziamento a sostegno deiloro sforzi per affrontare i cambiamenti climatici. I ricavi  potrebbero essere stanziati attraverso uncanale appropriato, quali il Fondo verde per il clima, di cui si discuterà aDurban.

Se è vero che ci sono alcune differenze di opinione sui dettagli di un talemeccanismo, sia la società civile che le organizzazioni dell'industriamarittima sottolineano che la priorità immediata per i governi riuniti inoccasione della COP 17 a Durban non è lavorare sui dettagli tecnici per iltrasporto marittimo, ma facilitare la risoluzione della discussione politicasulle modalità di applicazione del principio delle responsabilità comuni madifferenziate e delle rispettive capacità nel settore del trasposrto marittimo e assicurare il rapidocompletamento dei lavori dell'IMO.

Per quanto riguarda le tasse sulle emissioni di carbonio che potrebbero essereproposte dai governi, Oxfam, WWF e l’International Chamber of Shipping credonoche il recente accordo sulle misure tecniche e operative per ridurre leemissioni del trasporto marittimo dimostra che l’IMO è in grado di sviluppareun ulteriore accordo internazionale. Vista l'urgenza necessaria per evitarecambiamenti climatici catastrofici, le tre organizzazioni invitano i governi aprendere tutte le misure necessarie per accelerare un tale accordo in sede IMO.

Mariagrazia Midulla responsabile PolicyClima e Energia WWF Italia:

"Siamo molto lieti che il settore dei trasporti marittimi riconosca lapropria responsabilità e voglia  fare lasua parte per un'ulteriore riduzione delle emissioni di gas serra. Con circa il3% delle emissioni totali del mondo, la piena partecipazione del settore deltrasporto marittimo sarà di grande aiuto per mantenere il riscaldamento globaleal di sotto dei 2 ° C concordato dai governi. Introdurre una tassa sul carbonioemesso nel settore del trasporto marittimo globale può significare enormivantaggi nella realizzazione dei nostri obiettivi. Siamo d'accordo con gliarmatori che la sede migliore, per elaborare i dettagli su come le emissionidel trasporto marittimo possono essere affrontate con un meccanismo diincentivi economici, è l'Organizzazione marittima internazionale. Un fortesegnale da parte dei leader riuniti a Durban, che mostri la loro determinazionea compiere progressi in questo settore, contribuirà ad accelerare il processo."

Tim Gore, consigliere per il clima diOxfam:

"Accogliamo con favore l'impegno costruttivo del settore del trasportomarittimo nella ricerca di soluzioni alla crisi climatica. Industria e societàcivile concordano sul fatto che le emissioni del settore marittimo possonoessere regolate in un modo più equo, tale da contribuire a generare le risorsenecessarie per affrontare il cambiamento climatico ".

" Ai colloqui Onu sul clima a Durban è essenziale che i governi diano ilsegnale necessario affinché l’accordo nell’ambito dell'Organizzazione MarittimaInternazionale posa diventare realtà".

Segretario Generale ICS, PeterHinchliffe:

"L'industria  del trasportomarittimo accoglie con favore il riconoscimento da parte di questi importantisettori dell'ambiente e dello sviluppo. E’ nell'interesse di entrambi regolareil trasporto marittimo tramite il nostro organismo di settore, l'OrganizzazioneMarittima internazionale. Le stesse regole per la riduzione del carbonio devonoessere applicabili a tutte le navi commerciali a livello internazionale, nelrispetto dei principi della Convenzione sul clima delle Nazioni Unite". 

"Se i governi decidono che il trasporto marittimo deve contribuire al'Fondo verde per il clima' dell'UNFCCC, l'industria può probabilmente sostenerequesto principio a patto che  i dettaglisaranno concordati in sede IMO, come chiediamo”. 

OXFAM E WWF INSIEME CON GLI ARMATORI SOLLECITANO UN ACCORDO SULLE EMISSIONI DEL TRASPORTOMARITTIMO


COP 17 Conferenza sul clima

OXFAM E  WWF INSIEME CON GLI ARMATORI SOLLECITANO UN ACCORDO SULLE EMISSIONI DEL TRASPORTOMARITTIMO

Alla Conferenza sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite in corso a  Durban, Sudafrica,  Oxfam e WWF avanzano insieme una proposta aigoverni per arrivare a un'ulteriore riduzione delle emissioni di gas a effettoserra derivanti dal traffico marittimo internazionale attraverso una  migliore regolamentazione mondiale delsettore. 

Oxfam, WWF e la International Chamber ofShipping (che rappresenta oltre l'80% della flotta mercantile mondiale)chiedono ai delegati della COP 17 di dare all'Organizzazione MarittimaInternazionale (IMO) chiare indicazioni su come ridurre le emissioni deltrasporto marittimo attraverso lo sviluppo di incentivi.

Secondo le tre organizzazioni, un quadro normativo efficace per arginare leemissioni di CO2 da trasporto marittimo internazionale deve essere di naturaglobale e progettato in modo da ridurre la possibilità del cosiddetto 'carbonleakage' (la rilocalizzazione delle emissioni), tenendo pienamente conto degliinteressi dei paesi in via di sviluppo, del principio dell’UNFCCC diresponsabilità comuni ma differenziate e delle rispettive capacità (CBDR).

Tra le misure proposte dalleorganizzazioni c’è l‘adozione da parte dell'IMO di un meccanismo dicompensazione attraverso il quale una quota significativa di ricavi raccoltidal trasporto marittimo internazionale potrebbe essere destinata ai paesi invia di sviluppo per fornire una nuova fonte di finanziamento a sostegno deiloro sforzi per affrontare i cambiamenti climatici. I ricavi  potrebbero essere stanziati attraverso uncanale appropriato, quali il Fondo verde per il clima, di cui si discuterà aDurban.

Se è vero che ci sono alcune differenze di opinione sui dettagli di un talemeccanismo, sia la società civile che le organizzazioni dell'industriamarittima sottolineano che la priorità immediata per i governi riuniti inoccasione della COP 17 a Durban non è lavorare sui dettagli tecnici per iltrasporto marittimo, ma facilitare la risoluzione della discussione politicasulle modalità di applicazione del principio delle responsabilità comuni madifferenziate e delle rispettive capacità nel settore del trasposrto marittimo e assicurare il rapidocompletamento dei lavori dell'IMO.

Per quanto riguarda le tasse sulle emissioni di carbonio che potrebbero essereproposte dai governi, Oxfam, WWF e l’International Chamber of Shipping credonoche il recente accordo sulle misure tecniche e operative per ridurre leemissioni del trasporto marittimo dimostra che l’IMO è in grado di sviluppareun ulteriore accordo internazionale. Vista l'urgenza necessaria per evitarecambiamenti climatici catastrofici, le tre organizzazioni invitano i governi aprendere tutte le misure necessarie per accelerare un tale accordo in sede IMO.

Mariagrazia Midulla responsabile PolicyClima e Energia WWF Italia:

"Siamo molto lieti che il settore dei trasporti marittimi riconosca lapropria responsabilità e voglia  fare lasua parte per un'ulteriore riduzione delle emissioni di gas serra. Con circa il3% delle emissioni totali del mondo, la piena partecipazione del settore deltrasporto marittimo sarà di grande aiuto per mantenere il riscaldamento globaleal di sotto dei 2 ° C concordato dai governi. Introdurre una tassa sul carbonioemesso nel settore del trasporto marittimo globale può significare enormivantaggi nella realizzazione dei nostri obiettivi. Siamo d'accordo con gliarmatori che la sede migliore, per elaborare i dettagli su come le emissionidel trasporto marittimo possono essere affrontate con un meccanismo diincentivi economici, è l'Organizzazione marittima internazionale. Un fortesegnale da parte dei leader riuniti a Durban, che mostri la loro determinazionea compiere progressi in questo settore, contribuirà ad accelerare il processo."

Tim Gore, consigliere per il clima diOxfam:

"Accogliamo con favore l'impegno costruttivo del settore del trasportomarittimo nella ricerca di soluzioni alla crisi climatica. Industria e societàcivile concordano sul fatto che le emissioni del settore marittimo possonoessere regolate in un modo più equo, tale da contribuire a generare le risorsenecessarie per affrontare il cambiamento climatico ".

" Ai colloqui Onu sul clima a Durban è essenziale che i governi diano ilsegnale necessario affinché l’accordo nell’ambito dell'Organizzazione MarittimaInternazionale posa diventare realtà".

Segretario Generale ICS, PeterHinchliffe:

"L'industria  del trasportomarittimo accoglie con favore il riconoscimento da parte di questi importantisettori dell'ambiente e dello sviluppo. E’ nell'interesse di entrambi regolareil trasporto marittimo tramite il nostro organismo di settore, l'OrganizzazioneMarittima internazionale. Le stesse regole per la riduzione del carbonio devonoessere applicabili a tutte le navi commerciali a livello internazionale, nelrispetto dei principi della Convenzione sul clima delle Nazioni Unite". 

"Se i governi decidono che il trasporto marittimo deve contribuire al'Fondo verde per il clima' dell'UNFCCC, l'industria può probabilmente sostenerequesto principio a patto che  i dettaglisaranno concordati in sede IMO, come chiediamo”. 

12 ott 2011

Notizie Gasolio RAVENNA - SEQUESTRATI 5000 LITRI DI GASOLIO



    I  funzionari delle  dogane  di Ravenna, con la collaborazione dei militari della Guardia di Finanza, hanno  sequestrato una  motonave adibita ai bunkeraggi (rifornimenti a navi e piattaforme) e circa 5.000 litri di  gasolio detenuto illecitamente.
    Il comandante della nave è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Ravenna, per violazione dell’art. 40 comma 1 del Decreto Lgs. 504/95 (Testo Unico sulle Accise) con l’aggravante del punto 4) dello stesso Decreto 504/95 che prevede oltre al sequestro e la  confisca dei beni, la reclusione da uno a cinque anni e la multa dal doppio al decuplo dell’imposta evasa, non inferiore in ogni caso a 7.746 euro.

Gasolio RAVENNA - SEQUESTRATI 5000 LITRI DI GASOLIO



    I  funzionari delle  dogane  di Ravenna, con la collaborazione dei militari della Guardia di Finanza, hanno  sequestrato una  motonave adibita ai bunkeraggi (rifornimenti a navi e piattaforme) e circa 5.000 litri di  gasolio detenuto illecitamente.
    Il comandante della nave è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Ravenna, per violazione dell’art. 40 comma 1 del Decreto Lgs. 504/95 (Testo Unico sulle Accise) con l’aggravante del punto 4) dello stesso Decreto 504/95 che prevede oltre al sequestro e la  confisca dei beni, la reclusione da uno a cinque anni e la multa dal doppio al decuplo dell’imposta evasa, non inferiore in ogni caso a 7.746 euro.

RAVENNA - SEQUESTRATI 5000 LITRI DI GASOLIO



    I  funzionari delle  dogane  di Ravenna, con la collaborazione dei militari della Guardia di Finanza, hanno  sequestrato una  motonave adibita ai bunkeraggi (rifornimenti a navi e piattaforme) e circa 5.000 litri di  gasolio detenuto illecitamente.
    Il comandante della nave è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Ravenna, per violazione dell’art. 40 comma 1 del Decreto Lgs. 504/95 (Testo Unico sulle Accise) con l’aggravante del punto 4) dello stesso Decreto 504/95 che prevede oltre al sequestro e la  confisca dei beni, la reclusione da uno a cinque anni e la multa dal doppio al decuplo dell’imposta evasa, non inferiore in ogni caso a 7.746 euro.

DOGANE DI RAVENNA SEQUESTRATI 5000 LITRI DI GASOLIO



    I  funzionari delle  dogane  di Ravenna, con la collaborazione dei militari della Guardia di Finanza, hanno  sequestrato una  motonave adibita ai bunkeraggi (rifornimenti a navi e piattaforme) e circa 5.000 litri di  gasolio detenuto illecitamente.
    Il comandante della nave è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Ravenna, per violazione dell’art. 40 comma 1 del Decreto Lgs. 504/95 (Testo Unico sulle Accise) con l’aggravante del punto 4) dello stesso Decreto 504/95 che prevede oltre al sequestro e la  confisca dei beni, la reclusione da uno a cinque anni e la multa dal doppio al decuplo dell’imposta evasa, non inferiore in ogni caso a 7.746 euro.

21 set 2011

. SEQUESTRO DI CALZATURE CONTRAFFATTE - DOGANE DI VENEZIA



Nell'ambito dei controlli sugli automezzi sbarcati dalle navi traghetto, i funzionari  doganali  della  Sezione  operativa  territoriale Marittima di Venezia hanno sequestrato, con la collaborazione della Guardia di Finanza, circa 14.000 paia di calzature contraffatte.
Il valore commerciale della merce, che riproduceva modelli e loghi delle società NIKE e ARMANI JEANS, è di circa 1.000.000 di euro.
Il conducente dell’autoarticolato e l’accompagnatore sono stati denunciati a piede libero all'Autorità Giudiziaria

VENEZIA . SEQUESTRO DI CALZATURE CONTRAFFATTE



Nell'ambito dei controlli sugli automezzi sbarcati dalle navi traghetto, i funzionari  doganali  della  Sezione  operativa  territoriale Marittima di Venezia hanno sequestrato, con la collaborazione della Guardia di Finanza, circa 14.000 paia di calzature contraffatte.
Il valore commerciale della merce, che riproduceva modelli e loghi delle società NIKE e ARMANI JEANS, è di circa 1.000.000 di euro.
Il conducente dell’autoarticolato e l’accompagnatore sono stati denunciati a piede libero all'Autorità Giudiziaria

DOGANA DI VENEZIA . SEQUESTRO DI CALZATURE CONTRAFFATTE



Nell'ambito dei controlli sugli automezzi sbarcati dalle navi traghetto, i funzionari  doganali  della  Sezione  operativa  territoriale Marittima di Venezia hanno sequestrato, con la collaborazione della Guardia di Finanza, circa 14.000 paia di calzature contraffatte.
Il valore commerciale della merce, che riproduceva modelli e loghi delle società NIKE e ARMANI JEANS, è di circa 1.000.000 di euro.
Il conducente dell’autoarticolato e l’accompagnatore sono stati denunciati a piede libero all'Autorità Giudiziaria

31 mar 2011

Clandestini in Italia - Migranti in rivolta a Lampedusa e i rimpatri dell'avvenire


prestiti online avvocati online recupero dati raid quote auto auto online corso di pnl account adwords adsense mutuo online trading online
A Lampedusa aerei e navi stanno svuotando l'isola, portando gli immigrati in diverse regioni italiane, tra le proteste degli abitanti.
Intanto i tunisini hanno inscenato una protesta contro gli abitanti dell'isola, che li hanno sopportati in questi giorni: tra loro c'è già la cultura dei futuri padroni, ma non sanno che sono solo lo strumento di chi vuole una politica dura e feroce, contro gli immigrati non integrati.
Non sanno che i mezzi per reprimere una folla in rivolta ci sono, ma non si usano per motivi.....di immagine.
Più protesteranno, più alzeranno la voce e la politica sarà repressiva, fascista, razzista, ma solo perché non potranno integrarsi nel nostro mondo.
Se fossero ingegneri, ricercatori scientifici, tecnici, sarebbero accolti in altro modo: di manovali ne abbiamo abbastanza, anzi troppi.
Non credano nella nostra sinistra: saranno i primi ad organizzare i rimpatri, quando le condizioni politiche lo consentiranno.

Extracomunitari in Italia - Migranti in rivolta a Lampedusa e i rimpatri dell'avvenire


prestiti online avvocati online recupero dati raid quote auto auto online corso di pnl account adwords adsense mutuo online trading online
A Lampedusa aerei e navi stanno svuotando l'isola, portando gli immigrati in diverse regioni italiane, tra le proteste degli abitanti.
Intanto i tunisini hanno inscenato una protesta contro gli abitanti dell'isola, che li hanno sopportati in questi giorni: tra loro c'è già la cultura dei futuri padroni, ma non sanno che sono solo lo strumento di chi vuole una politica dura e feroce, contro gli immigrati non integrati.
Non sanno che i mezzi per reprimere una folla in rivolta ci sono, ma non si usano per motivi.....di immagine.
Più protesteranno, più alzeranno la voce e la politica sarà repressiva, fascista, razzista, ma solo perché non potranno integrarsi nel nostro mondo.
Se fossero ingegneri, ricercatori scientifici, tecnici, sarebbero accolti in altro modo: di manovali ne abbiamo abbastanza, anzi troppi.
Non credano nella nostra sinistra: saranno i primi ad organizzare i rimpatri, quando le condizioni politiche lo consentiranno.

Immigrati in Italia - Migranti in rivolta a Lampedusa e i rimpatri dell'avvenire


prestiti online avvocati online recupero dati raid quote auto auto online corso di pnl account adwords adsense mutuo online trading online
A Lampedusa aerei e navi stanno svuotando l'isola, portando gli immigrati in diverse regioni italiane, tra le proteste degli abitanti.
Intanto i tunisini hanno inscenato una protesta contro gli abitanti dell'isola, che li hanno sopportati in questi giorni: tra loro c'è già la cultura dei futuri padroni, ma non sanno che sono solo lo strumento di chi vuole una politica dura e feroce, contro gli immigrati non integrati.
Non sanno che i mezzi per reprimere una folla in rivolta ci sono, ma non si usano per motivi.....di immagine.
Più protesteranno, più alzeranno la voce e la politica sarà repressiva, fascista, razzista, ma solo perché non potranno integrarsi nel nostro mondo.
Se fossero ingegneri, ricercatori scientifici, tecnici, sarebbero accolti in altro modo: di manovali ne abbiamo abbastanza, anzi troppi.
Non credano nella nostra sinistra: saranno i primi ad organizzare i rimpatri, quando le condizioni politiche lo consentiranno.

Ultimissima - Migranti in rivolta a Lampedusa e i rimpatri dell'avvenire


prestiti online avvocati online recupero dati raid quote auto auto online corso di pnl account adwords adsense mutuo online trading online
A Lampedusa aerei e navi stanno svuotando l'isola, portando gli immigrati in diverse regioni italiane, tra le proteste degli abitanti.
Intanto i tunisini hanno inscenato una protesta contro gli abitanti dell'isola, che li hanno sopportati in questi giorni: tra loro c'è già la cultura dei futuri padroni, ma non sanno che sono solo lo strumento di chi vuole una politica dura e feroce, contro gli immigrati non integrati.
Non sanno che i mezzi per reprimere una folla in rivolta ci sono, ma non si usano per motivi.....di immagine.
Più protesteranno, più alzeranno la voce e la politica sarà repressiva, fascista, razzista, ma solo perché non potranno integrarsi nel nostro mondo.
Se fossero ingegneri, ricercatori scientifici, tecnici, sarebbero accolti in altro modo: di manovali ne abbiamo abbastanza, anzi troppi.
Non credano nella nostra sinistra: saranno i primi ad organizzare i rimpatri, quando le condizioni politiche lo consentiranno.

Novità -Migranti in rivolta a Lampedusa e i rimpatri dell'avvenire


prestiti online avvocati online recupero dati raid quote auto auto online corso di pnl account adwords adsense mutuo online trading online
A Lampedusa aerei e navi stanno svuotando l'isola, portando gli immigrati in diverse regioni italiane, tra le proteste degli abitanti.
Intanto i tunisini hanno inscenato una protesta contro gli abitanti dell'isola, che li hanno sopportati in questi giorni: tra loro c'è già la cultura dei futuri padroni, ma non sanno che sono solo lo strumento di chi vuole una politica dura e feroce, contro gli immigrati non integrati.
Non sanno che i mezzi per reprimere una folla in rivolta ci sono, ma non si usano per motivi.....di immagine.
Più protesteranno, più alzeranno la voce e la politica sarà repressiva, fascista, razzista, ma solo perché non potranno integrarsi nel nostro mondo.
Se fossero ingegneri, ricercatori scientifici, tecnici, sarebbero accolti in altro modo: di manovali ne abbiamo abbastanza, anzi troppi.
Non credano nella nostra sinistra: saranno i primi ad organizzare i rimpatri, quando le condizioni politiche lo consentiranno.

Ultima ora - Migranti in rivolta a Lampedusa e i rimpatri dell'avvenire


prestiti online avvocati online recupero dati raid quote auto auto online corso di pnl account adwords adsense mutuo online trading online
A Lampedusa aerei e navi stanno svuotando l'isola, portando gli immigrati in diverse regioni italiane, tra le proteste degli abitanti.
Intanto i tunisini hanno inscenato una protesta contro gli abitanti dell'isola, che li hanno sopportati in questi giorni: tra loro c'è già la cultura dei futuri padroni, ma non sanno che sono solo lo strumento di chi vuole una politica dura e feroce, contro gli immigrati non integrati.
Non sanno che i mezzi per reprimere una folla in rivolta ci sono, ma non si usano per motivi.....di immagine.
Più protesteranno, più alzeranno la voce e la politica sarà repressiva, fascista, razzista, ma solo perché non potranno integrarsi nel nostro mondo.
Se fossero ingegneri, ricercatori scientifici, tecnici, sarebbero accolti in altro modo: di manovali ne abbiamo abbastanza, anzi troppi.
Non credano nella nostra sinistra: saranno i primi ad organizzare i rimpatri, quando le condizioni politiche lo consentiranno.

Ultime notizie -Migranti in rivolta a Lampedusa e i rimpatri dell'avvenire


prestiti online avvocati online recupero dati raid quote auto auto online corso di pnl account adwords adsense mutuo online trading online
A Lampedusa aerei e navi stanno svuotando l'isola, portando gli immigrati in diverse regioni italiane, tra le proteste degli abitanti.
Intanto i tunisini hanno inscenato una protesta contro gli abitanti dell'isola, che li hanno sopportati in questi giorni: tra loro c'è già la cultura dei futuri padroni, ma non sanno che sono solo lo strumento di chi vuole una politica dura e feroce, contro gli immigrati non integrati.
Non sanno che i mezzi per reprimere una folla in rivolta ci sono, ma non si usano per motivi.....di immagine.
Più protesteranno, più alzeranno la voce e la politica sarà repressiva, fascista, razzista, ma solo perché non potranno integrarsi nel nostro mondo.
Se fossero ingegneri, ricercatori scientifici, tecnici, sarebbero accolti in altro modo: di manovali ne abbiamo abbastanza, anzi troppi.
Non credano nella nostra sinistra: saranno i primi ad organizzare i rimpatri, quando le condizioni politiche lo consentiranno.

Ultimissime - Migranti in rivolta a Lampedusa e i rimpatri dell'avvenire


prestiti online avvocati online recupero dati raid quote auto auto online corso di pnl account adwords adsense mutuo online trading online
A Lampedusa aerei e navi stanno svuotando l'isola, portando gli immigrati in diverse regioni italiane, tra le proteste degli abitanti.
Intanto i tunisini hanno inscenato una protesta contro gli abitanti dell'isola, che li hanno sopportati in questi giorni: tra loro c'è già la cultura dei futuri padroni, ma non sanno che sono solo lo strumento di chi vuole una politica dura e feroce, contro gli immigrati non integrati.
Non sanno che i mezzi per reprimere una folla in rivolta ci sono, ma non si usano per motivi.....di immagine.
Più protesteranno, più alzeranno la voce e la politica sarà repressiva, fascista, razzista, ma solo perché non potranno integrarsi nel nostro mondo.
Se fossero ingegneri, ricercatori scientifici, tecnici, sarebbero accolti in altro modo: di manovali ne abbiamo abbastanza, anzi troppi.
Non credano nella nostra sinistra: saranno i primi ad organizzare i rimpatri, quando le condizioni politiche lo consentiranno.

News - Migranti in rivolta a Lampedusa e i rimpatri dell'avvenire


prestiti online avvocati online recupero dati raid quote auto auto online corso di pnl account adwords adsense mutuo online trading online
A Lampedusa aerei e navi stanno svuotando l'isola, portando gli immigrati in diverse regioni italiane, tra le proteste degli abitanti.
Intanto i tunisini hanno inscenato una protesta contro gli abitanti dell'isola, che li hanno sopportati in questi giorni: tra loro c'è già la cultura dei futuri padroni, ma non sanno che sono solo lo strumento di chi vuole una politica dura e feroce, contro gli immigrati non integrati.
Non sanno che i mezzi per reprimere una folla in rivolta ci sono, ma non si usano per motivi.....di immagine.
Più protesteranno, più alzeranno la voce e la politica sarà repressiva, fascista, razzista, ma solo perché non potranno integrarsi nel nostro mondo.
Se fossero ingegneri, ricercatori scientifici, tecnici, sarebbero accolti in altro modo: di manovali ne abbiamo abbastanza, anzi troppi.
Non credano nella nostra sinistra: saranno i primi ad organizzare i rimpatri, quando le condizioni politiche lo consentiranno.