Le intercettazioni telefoniche dovrebbero essere segrete, almeno sino al processo: è giusto a questo punto punire chiunque le diffonde.
E' gente che si fa pagare dai giornali e sono dei servitori infedeli dello Stato.
Poi non sempre le dichiarazioni private sono da prendere seriamente: tutti noi ne raccontiamo di sciocchezze in famiglia e tra gli amici, ma spesso per scherzare, in un dato contesto.
Saremmo tutti razzisti, delinquenti nelle intenzioni, assassini o altro, ma invece il nostro è solo un modo di far battute per dire spesso l'opposto di ciò che abbiamo affermato, certi che il ristretto gruppo di interlocutori, che ci conoscono bene, non fraintenderanno.
Intanto noi cittadini comuni non sapremo più di quella causa penale, riguardante il tal onorevole o il tal ministro: l'oblio in Italia copre con il suo velo “pietoso” tutto ciò che riguarda i potenti.
Un tempo si chiamava tutto questo insabbiamento dei processi, oggi invece qualche volta qualcuno, senza scontare la pena, viene condannato, ma lui se ne infischia e se ne torna in politica, con le sue condanne penali sul “petto” come medaglie al valore.
Avrà i suoi fans che lo esalteranno come un martire dei giudici massonici, socialcomunisti, fascisti, nemici della libertà in un Paese dove c'è “troppa” libertà di stampa.