
Ora la finanza europea trema, ma questa non è la fine del mercato finanziario europeo, né la fine del capitalismo, neppure l'inizio di una nuova era, quella che porterà la rivoluzione comunista in Occidente.
E' solo la prova che non basta apparire, che la forma e l'esteriorità sono sufficienti per valere, per contare.
Le menzogne dei piazzisti prima o poi le scopriamo: chi falsifica i conti, della spesa privata o pubblica, causa guai terribili.
Siamo nell'età del vuoto assoluto, dei palloni gonfiati, delle contraddizioni logiche e razionali, della mancanza di oggettività: negare la verità è stato ed è uno sport dei politici di sempre, dei venditori di cianfrusaglie.
Oggi è l'idea dominante, una vera ideologia assolutista: la gente è così abituata a credere nelle fandonie che non sa più distinguere il reale dalle chiacchiere.
Alla fine si paga tutto e i venditori di fumo ci lasciano le loro mercanzie dozzinali comprate come se fossero di prima qualità.
I dati falsati della Grecia sono la causa unica della crisi e proprio le grandi agenzie di controllo internazionale non si sono “accorte” di ciò che stava avvenendo: ora che i guai sono capitati in Grecia ci terrorizzano con i fantomatici rischi di contagio.
Perché non hanno avvisato i mercati prima che qualcosa non funzionava in Grecia?
Perché non parlano di rischio di contagio a bassa voce?
Il contagio e i crolli finanziari avvengono anche quando si urla al lupo, al lupo: il panico in Borsa è il peggiore dei pericoli.