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La Corte di giustizia dell’Ue condanna l’Italia, o meglio sostiene che il reato sull’immigrazione clandestina non può essere un reato: è in contrasto con la direttiva europea sui rimpatri dei clandestini.
Questa sentenza, da parte di una corte nota per le sue uscite …..stravaganti, questa volta colpisce una legge che di fatto non aveva una vera utilità: infatti la prescrizione in Italia annulla tutte le pene per i reati minori, compreso quello della clandestinità.
Ora ci sarà una farsa e dichiarazioni di circostanza, ma che senso ha lamentarsi per una sentenza della Corte dell’Ue, accusando l’Europa di essere ostile, fatto vero e sacrosanto, quando si vuole approvare una legge che annullerebbe le pene per tutti i clandestini, anche per i piccoli delinquenti trovati in fragrante, appunto il cosiddetto “processo breve”.
Le sinistre, che ormai rappresentano una frazione irrilevante dell’opinione pubblica, canteranno vittoria, con le frasi solite, da vecchi burocrati incalliti, irriducibili: loro credono nelle istituzioni europei come i loro padri credevano in Stalin, anzi molti hanno mantenuto la doppia fede.
