WWF: 15 nuove zone Ramsar in Tunisia
E in Italia sono 1511 le zone umide
Eventi gratuiti nelle Oasi il 4-5 e 12 febbraio, su wwf.it i programmi
Un
remoto lago salato ai margini del Sahara è in testa alla lista di 15
nuove zone umide riconosciute dalla Convenzione di Ramsar in Tunisia,
annunciate proprio in occasione della Giornata Mondiale delle zone
umide che come ogni anno si celebra il 2 febbraio.
Chott
Elguetar è un sito di 7.400 ettari con un lago intermittente, vitale
per la sopravvivenza
dell’Orice dalle corna a sciabola,
dell’Addax e della Gazzella dama e contiene inoltre tracce di
attività umana, religiosa e industriali, datate 40.000 anni fa.
Il
WWF ha accolto con favore l'annuncio, sottolineando che la
designazione della Tunisia di 15 nuovi siti Ramsar raddoppia quasi il
totale del paese, portandolo a 35.
"Queste designazioni sono
il risultato di un lungo processo che richiede impegno e tempo da
parte del governo e delle associazioni di conservazione",
ha affermato Faouzi Maamouri, Coordinatore del
WWF in Tunisia. "Ma questo vuole anche dire che anche con
tutto ciò che questo paese ha vissuto di recente, vi è un forte
impegno per la protezione delle zone umide e dei servizi che
forniscono per le persone e la natura."
La
Convenzione di Ramsar, così chiamata per la firma avvenuta nella
città iraniana con lo stesso nome, è un trattato intergovernativo
per mantenere e conservare le zone umide di importanza internazionale
- o siti Ramsar; tra questi fiumi, laghi, paludi, mangrovie, barriere
coralline e altre zone umide naturali o artificiali.
"La
Giornata mondiale delle zone umide è un momento per riflettere
sull’importanza degli ecosistemi d'acqua dolce da cui noi tutti
dipendiamo", ha detto Fabrizio Bulgarini, Responsabile
Conservazione del WWF Italia. "Ma le aggiunte più recenti
alla lista Ramsar - e le altre che verranno - mostrano che il lavoro
di conservare delle zone umide prosegue ogni giorno dell'anno.
Essendo il WWF uno dei cinque partner internazionali che
sono stati con la Convenzione sin dall'inizio, siamo orgogliosi di
sostenere dalla nostra fondazione i principi di questo accordo
internazionale".
Per
festeggiare la Giornata mondiale delle zone umide sabato 4 e domenica
5 febbraio il Wwf Italia aprirà alcune sue Oasi, con entrata
gratuita, da nord a sud (maltempo permettendo, per questo si
consiglia di verificare localmente i programmi).
Secondo
l’inventario nazionale delle zone umide, redatto dal Ministero
dell’Ambiente in Italia sono identificati ben 1511
siti. L’estensione totale è di 771.125 ettari. Il 48%
sono laghi e fiumi, 32% ambienti marini e costieri e il 20% zone
umide artificiali. Di questi solo il 6% non è ancora protetto. Tra
questi 53 siti sono riconosciuti di importanza internazionale secondo
la Convenzione di Ramsar.
Le
zone umide sono gli ecosistemi più a rischio del Pianeta, ma allo
stesso tempo straordinari bacini di vita, serbatoi di CO2.
Il
90% delle aree umide sono scomparse nell'ultimo secolo nella sola
Europa.
Secondo
la Commissione europea, fra il 1950 e il 1985 si sono registrate le
perdite maggiori: in
Francia
(67%), Italia (66%), Grecia (63%), Germania (57%) e Olanda (55%).
L’Italia
ospita 53 siti Ramsar. Dei circa 3 milioni di ettari originari,
all'inizio del ventesimo secolo ne restavano 1.300.000 ettari.
Si
stima che a questi ambienti sia legato circa il 12% delle specie
animali totali, che diventano il 40% aggiungendo quelle vegetali.
Quasi il 50% delle specie di uccelli presenti in Italia sono legate
alle zone umide.
Le
aree umide forniscono acqua potabile, aiutano a riciclare l'oro blu e
producono il 24% del cibo
del
Pianeta.
Circa
due miliardi di uccelli migratori ogni primavera attraversano
l'Italia, ponte nel Mediterraneo
fra
Africa ed Europa, dai piccoli luì alla grande cicogna bianca. Le
nostre aree umide rappresentano
per
molti un ''pit stop'', una sorta di area di servizio lungo le
autostrade delle migrazioni per la sosta,
l'alimentazione,
ma anche la nidificazione.
Secondo
lo studio redatto dall’ISPRA “Contributi per la tutela
delle zone umide” a cui ha partecipato anche il WWF, “gli
ambienti umidi possono essere sottoposti ad un gran numero di minacce
antropogene a scala differente: i cambiamenti climatici a scala
globale, la frammentazione e la trasformazione territoriale
(bonifiche, urbanizzazione e artificializzazione in senso lato) a
scala regionale/di paesaggio e un gran numero di altri fattori e
processi a scala locale (es.: introduzione e invasione di specie
alloctone, stress idrico, inquinamento, interramento, pascolo,
fruizione non controllata, abbandono pratiche colturali, tra cui
quelle legate alla piscicoltura). “
La
tutela di queste aree umide è fondamentale non solo per la
biodiversità ma anche per la sicurezza idraulica e la lotta al
dissesto idrogeologico in quanto rappresentano elementi del
territorio capaci di contenere piogge sempre più spesso eccezionali
e fenomeni di esondazione e piene.
Fin
dalla prima Oasi, il lago di Burano, il WWF ha contribuito
concretamente alla tutela del patrimonio superstite di zone umide in
Italia. Oggi sono 40 quelle inserite nel sistema delle oltre 100
oasi WWF in tutta Italia, per una superficie complessiva di circa
15.000 ettari di zone umide, pari alla metà dell’intera estensione
delle oasi ( oltre 30.000 ettari). Di queste ben 10 sono Zone Umide
Ramsar ovvero sono riconosciute a livello internazionale come aree
particolarmente preziose per la tutela dell’avifauna.
In
questi giorni nelle oasi WWF si possono ammirare decine di migliaia
di uccelli acquatici e
in particolare anatre selvatiche (dal germano reale al moriglione,
dal mestolone all’alzavola), folaghe, aironi di più specie (airone
cenerino, airone bianco maggiore, airone guardabuoi, garzetta),
limicoli di più specie (avocetta, pettegola, piovanelli, ecc.),
gabbiani.
Appuntamento con il WWF, per giornate di
birdwatching, monitoraggio delle specie, laboratori per bambini,
nelle Oasi di Burano, Orbetello, Orti Bottagone (Toscana), Alviano
(Umbria), Le Cesine (Puglia), Persano (Campania) e altre, programmi
aggiornati sul sito wwf.it .
GLI
APPUNTAMENTI (causa
maltempo è preferibile verificare i programmi contattando le oasi):
LAGUNA
DI ORBETELLO (Toscana)
Sabato 4
febbraio Ore 8 ritrovo al Centro visite, Località
Ceriolo III (S.S. Aurelia Km 148,300) Albinia . Dai
capanni sulla Laguna CENSIMENTO dei Fenicotteri e
LETTURA DEGLI ANELLI colorati alle loro zampe.
ore 10
TECNICA DI MONITORAGGIO e rudimenti di BIRD WATCHING e di
RICONOSCIMENTO visivo e uditivo degli uccelli: le anatre di
superficie, le spatole e i limicoli, come il piro-piro
e il piovanello. Telefono: 0564/870198
E-mail: oasiorbetello@wwf.it