Gmail non legge le nostre lettere, la nostra posta: non se ne farebbe nulla, ma ha un servizio che utilizza le parole chiave, definiamole in questo modo, per permettere agli utenti di utilizzare meglio il proprio account.
Nulla di più e nulla di meno, poi alla peggio utilizzare qualche dato generico, con il nostro permesso all'inizio dell'iscrizione al servizio, per fini pubblicitari statistici.
Questo lo fanno in tanti, ma Google non piace ai pennivendoli nazionali, perché li mette in concorrenza con i blog e per questo ne dicono di peste e di corna: non sapendo usare l'intelligenza per conquistare contatti cercano la censura.