Oggi abbiamo un'arma, che ha le sue contraddizioni, ma è utilissima, la libertà dei social network, si rischia la prigione quando si denuncia il marcio, non quando si insulta, si istiga al non rispetto delle leggi, perché il potere costituito odia chi lo critica, da sempre, da quando esiste un potere e chi ha un pensiero libero.
Così quando si parla si rischia perché in Italia la libertà è ancora da ottenere, o almeno sino a quando le vicende legate alla diffamazione saranno depenilizzate e diventeranno faccende, alla peggio, amministrative, o private, da tribunale civile e non penale.