Visualizzazione dei post in ordine di pertinenza per la query navi. Ordina per data Mostra tutti i post
Visualizzazione dei post in ordine di pertinenza per la query navi. Ordina per data Mostra tutti i post

12 ott 2011

DOGANE DI RAVENNA SEQUESTRATI 5000 LITRI DI GASOLIO



    I  funzionari delle  dogane  di Ravenna, con la collaborazione dei militari della Guardia di Finanza, hanno  sequestrato una  motonave adibita ai bunkeraggi (rifornimenti a navi e piattaforme) e circa 5.000 litri di  gasolio detenuto illecitamente.
    Il comandante della nave è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Ravenna, per violazione dell’art. 40 comma 1 del Decreto Lgs. 504/95 (Testo Unico sulle Accise) con l’aggravante del punto 4) dello stesso Decreto 504/95 che prevede oltre al sequestro e la  confisca dei beni, la reclusione da uno a cinque anni e la multa dal doppio al decuplo dell’imposta evasa, non inferiore in ogni caso a 7.746 euro.

21 set 2011

. SEQUESTRO DI CALZATURE CONTRAFFATTE - DOGANE DI VENEZIA



Nell'ambito dei controlli sugli automezzi sbarcati dalle navi traghetto, i funzionari  doganali  della  Sezione  operativa  territoriale Marittima di Venezia hanno sequestrato, con la collaborazione della Guardia di Finanza, circa 14.000 paia di calzature contraffatte.
Il valore commerciale della merce, che riproduceva modelli e loghi delle società NIKE e ARMANI JEANS, è di circa 1.000.000 di euro.
Il conducente dell’autoarticolato e l’accompagnatore sono stati denunciati a piede libero all'Autorità Giudiziaria

13 apr 2023

Perché i rimpatri costano così tanto?

Solo per rimpatriare i 500 mila clandestini presenti in Italia, più i pregiudicati ed altro ancora, come i carcerati, servono miliardi di Euro e con i nostri ritmi, durerebbero secoli.
Serve una politica per l'espulsione più decisa e senza troppe remore.
Solo da noi si guardano i cavilli legali, perché in Francia i clandestini ce li rimandano rapidamente, senza troppi problemi e senza troppe remore legali.
Noi invece siamo obbedienti a tutte le norme nazionali e internazionali, in pratica ci considerano la pattumiera d'Europa.
I pennivendoli poi spiegano, a modo loro, che non ci sono alternative e le regole internazionali vanno rispettate, ma siamo gli unici al mondo, perché i Paesi del Nord Africa se ne fregano di tali regole, quelli a Nord delle Alpi, Svizzera compresa, pure.
Quindi siamo noi che vogliamo il rispetto delle procedure lentissime, stranamente a passo di lumaca, che per mesi si devono trattenere costoro in centri di reclusione, a nostre spese, molto costosi e a gestione privata.
Chiaramente tutto puzza e dietro abbiamo faccende che dovrebbero interessare la magistratura, oppure la nostra classe politica.
Perché bisogna rispedirli proprio al presunto loro Paese di origine e non in un altro, che gli accolga tutti in campi di reclusione adatti a loro?
Facendo così si risparmierebbe sul volo di trasporto, ma basterebbe condurli dentro grandi navi, a migliaia, a decine di migliaia.
A quel punto non converrebbe giungere da noi e si risparmierebbe sul mantenimento dei  criminali stranieri nelle nostre carceri, in più si aiuterebbe veramente un Paese povero, spendendo da loro soldi che darebbero una spinta alla loro economia.
Io aggiungerei ai clandestini e ai delinquenti stranieri, anche quelli che hanno giurato sulla nostra Costituzione, per ottenere la cittadinanza, sulle nostre leggi, ma poi hanno commesso molti reati, molti crimini.
Io sommerei anche coloro che non considerano uguali gli individui di diverse fedi, tra fedeli ed infedeli, perché sono contro la Costituzione Repubblica.
Cosa volete in più?
Più fedele di me alla Repubblica Italiana non c'è nessuno, altro che tesserati al PD e simili.
Quindi se si volesse si potrebbe risolvere la questione migranti, magari licenziando un po' di funzionari pubblici più dannosi che inutili, come il signor garante per i carcerati, certi magistrati che puzzano lontano chilometri ed altri ancora.
Volere è potere e sino ad oggi non ho visto nulla, quindi non si vuole agire. 
Ricordo a tutti che la questione, entro dieci anni al massimo, potrà essere risolta con l'intelligenza artificiale, basterà chiedere a qualche super programma di intervenire ed esso provvederà, fregandosene dei politici, dei funzionari corrotti, dei faccendieri in affari con le mafie.
Sicuramente qualcuno lo farà e per quel giorno voglio essere già morto, in fondo, a differenza dei buffoni che si definiscono buoni e umani, io sono umano e non amo le mattanze.
Scusate se sono un po' pessimista, ma non credo nell'integrazione di costoro, è solo una fiaba per imbecilli.

22 mar 2011

Razzi - Gheddafi - Libia e Francia, Italia e ...Sarkozy e il Mediterraneo


prestiti online avvocati online recupero dati raid quote auto auto online corso di pnl account adwords adsense mutuo online trading online
Il Mediterraneo non è un mare francese e l’ostinazione di Sarkosy contro Gheddafi prova che questa guerra ha pochi se non nessuno scopo umanitario.
L’Italia contesta alla Francia il suo accanimento contro le truppe di Gheddafi e ricorda che il comando militare deve passare alla Nato e non deve essere una questione francese.
Un sincero fine umanitario porterebbe a soccorrere in mare i profughi libici, ma questo fatto non si vede, anzi la Francia non muove un dito, non mobilita le sue navi e lascia la questione dei profughi in mare tutta in mani italiane: invece il soccorso francese si limita ai …. bombardamenti e questi sono duri e feroci.
Già diversi morti tra i civili rendono impopolare le operazioni belliche nel mondo arabo e già diverse manifestazioni ci sono mosse contro l’intervento occidentale.
Contro i bombardamenti abbiamo la Lega Araba e l’Unione Africana, oltre alla Russia e alla Cina.

6 apr 2013

Onu chiede agli usa di chiudere Guantanamo,


 L'Alto Commissario Onu per i diritti umani, Navi Pillay  ha chiesto la chiusura di  Guantanamo, il centro di detenzione posto nella  base navale statunitense a Cuba, perché viola i diritti umani.
Obama aveva promesso di chiuderla, prima delle elezioni, ma poi se ne è scordato, perché la sicurezza spesso va oltre le parole e le promesse.
Il fatto è semplice: il terrorismo ha i suoi esecutori e i suoi teorici, i primi sono i criminali, mentre i secondi sono persone che hanno delle idee pericolose.

22 mar 2011

News - Gheddafi - Libia e Francia, Italia e ...Sarkozy e il Mediterraneo


prestiti online avvocati online recupero dati raid quote auto auto online corso di pnl account adwords adsense mutuo online trading online
Il Mediterraneo non è un mare francese e l’ostinazione di Sarkosy contro Gheddafi prova che questa guerra ha pochi se non nessuno scopo umanitario.
L’Italia contesta alla Francia il suo accanimento contro le truppe di Gheddafi e ricorda che il comando militare deve passare alla Nato e non deve essere una questione francese.
Un sincero fine umanitario porterebbe a soccorrere in mare i profughi libici, ma questo fatto non si vede, anzi la Francia non muove un dito, non mobilita le sue navi e lascia la questione dei profughi in mare tutta in mani italiane: invece il soccorso francese si limita ai …. bombardamenti e questi sono duri e feroci.
Già diversi morti tra i civili rendono impopolare le operazioni belliche nel mondo arabo e già diverse manifestazioni ci sono mosse contro l’intervento occidentale.
Contro i bombardamenti abbiamo la Lega Araba e l’Unione Africana, oltre alla Russia e alla Cina.

Ultime notizie - Gheddafi - Libia e Francia, Italia e ...Sarkozy e il Mediterraneo


prestiti online avvocati online recupero dati raid quote auto auto online corso di pnl account adwords adsense mutuo online trading online
Il Mediterraneo non è un mare francese e l’ostinazione di Sarkosy contro Gheddafi prova che questa guerra ha pochi se non nessuno scopo umanitario.
L’Italia contesta alla Francia il suo accanimento contro le truppe di Gheddafi e ricorda che il comando militare deve passare alla Nato e non deve essere una questione francese.
Un sincero fine umanitario porterebbe a soccorrere in mare i profughi libici, ma questo fatto non si vede, anzi la Francia non muove un dito, non mobilita le sue navi e lascia la questione dei profughi in mare tutta in mani italiane: invece il soccorso francese si limita ai …. bombardamenti e questi sono duri e feroci.
Già diversi morti tra i civili rendono impopolare le operazioni belliche nel mondo arabo e già diverse manifestazioni ci sono mosse contro l’intervento occidentale.
Contro i bombardamenti abbiamo la Lega Araba e l’Unione Africana, oltre alla Russia e alla Cina.

4 dic 2011

WWF INSIEME CON GLI ARMATORI SOLLECITANO UN ACCORDO SULLE EMISSIONI DEL TRASPORTOMARITTIMO


COP 17 Conferenza sul clima

OXFAM E  WWF INSIEME CON GLI ARMATORI SOLLECITANO UN ACCORDO SULLE EMISSIONI DEL TRASPORTOMARITTIMO

Alla Conferenza sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite in corso a  Durban, Sudafrica,  Oxfam e WWF avanzano insieme una proposta aigoverni per arrivare a un'ulteriore riduzione delle emissioni di gas a effettoserra derivanti dal traffico marittimo internazionale attraverso una  migliore regolamentazione mondiale delsettore. 

Oxfam, WWF e la International Chamber ofShipping (che rappresenta oltre l'80% della flotta mercantile mondiale)chiedono ai delegati della COP 17 di dare all'Organizzazione MarittimaInternazionale (IMO) chiare indicazioni su come ridurre le emissioni deltrasporto marittimo attraverso lo sviluppo di incentivi.

Secondo le tre organizzazioni, un quadro normativo efficace per arginare leemissioni di CO2 da trasporto marittimo internazionale deve essere di naturaglobale e progettato in modo da ridurre la possibilità del cosiddetto 'carbonleakage' (la rilocalizzazione delle emissioni), tenendo pienamente conto degliinteressi dei paesi in via di sviluppo, del principio dell’UNFCCC diresponsabilità comuni ma differenziate e delle rispettive capacità (CBDR).

Tra le misure proposte dalleorganizzazioni c’è l‘adozione da parte dell'IMO di un meccanismo dicompensazione attraverso il quale una quota significativa di ricavi raccoltidal trasporto marittimo internazionale potrebbe essere destinata ai paesi invia di sviluppo per fornire una nuova fonte di finanziamento a sostegno deiloro sforzi per affrontare i cambiamenti climatici. I ricavi  potrebbero essere stanziati attraverso uncanale appropriato, quali il Fondo verde per il clima, di cui si discuterà aDurban.

Se è vero che ci sono alcune differenze di opinione sui dettagli di un talemeccanismo, sia la società civile che le organizzazioni dell'industriamarittima sottolineano che la priorità immediata per i governi riuniti inoccasione della COP 17 a Durban non è lavorare sui dettagli tecnici per iltrasporto marittimo, ma facilitare la risoluzione della discussione politicasulle modalità di applicazione del principio delle responsabilità comuni madifferenziate e delle rispettive capacità nel settore del trasposrto marittimo e assicurare il rapidocompletamento dei lavori dell'IMO.

Per quanto riguarda le tasse sulle emissioni di carbonio che potrebbero essereproposte dai governi, Oxfam, WWF e l’International Chamber of Shipping credonoche il recente accordo sulle misure tecniche e operative per ridurre leemissioni del trasporto marittimo dimostra che l’IMO è in grado di sviluppareun ulteriore accordo internazionale. Vista l'urgenza necessaria per evitarecambiamenti climatici catastrofici, le tre organizzazioni invitano i governi aprendere tutte le misure necessarie per accelerare un tale accordo in sede IMO.

Mariagrazia Midulla responsabile PolicyClima e Energia WWF Italia:

"Siamo molto lieti che il settore dei trasporti marittimi riconosca lapropria responsabilità e voglia  fare lasua parte per un'ulteriore riduzione delle emissioni di gas serra. Con circa il3% delle emissioni totali del mondo, la piena partecipazione del settore deltrasporto marittimo sarà di grande aiuto per mantenere il riscaldamento globaleal di sotto dei 2 ° C concordato dai governi. Introdurre una tassa sul carbonioemesso nel settore del trasporto marittimo globale può significare enormivantaggi nella realizzazione dei nostri obiettivi. Siamo d'accordo con gliarmatori che la sede migliore, per elaborare i dettagli su come le emissionidel trasporto marittimo possono essere affrontate con un meccanismo diincentivi economici, è l'Organizzazione marittima internazionale. Un fortesegnale da parte dei leader riuniti a Durban, che mostri la loro determinazionea compiere progressi in questo settore, contribuirà ad accelerare il processo."

Tim Gore, consigliere per il clima diOxfam:

"Accogliamo con favore l'impegno costruttivo del settore del trasportomarittimo nella ricerca di soluzioni alla crisi climatica. Industria e societàcivile concordano sul fatto che le emissioni del settore marittimo possonoessere regolate in un modo più equo, tale da contribuire a generare le risorsenecessarie per affrontare il cambiamento climatico ".

" Ai colloqui Onu sul clima a Durban è essenziale che i governi diano ilsegnale necessario affinché l’accordo nell’ambito dell'Organizzazione MarittimaInternazionale posa diventare realtà".

Segretario Generale ICS, PeterHinchliffe:

"L'industria  del trasportomarittimo accoglie con favore il riconoscimento da parte di questi importantisettori dell'ambiente e dello sviluppo. E’ nell'interesse di entrambi regolareil trasporto marittimo tramite il nostro organismo di settore, l'OrganizzazioneMarittima internazionale. Le stesse regole per la riduzione del carbonio devonoessere applicabili a tutte le navi commerciali a livello internazionale, nelrispetto dei principi della Convenzione sul clima delle Nazioni Unite". 

"Se i governi decidono che il trasporto marittimo deve contribuire al'Fondo verde per il clima' dell'UNFCCC, l'industria può probabilmente sostenerequesto principio a patto che  i dettaglisaranno concordati in sede IMO, come chiediamo”. 

5 apr 2013

Guantanamo è da chiudere... lo chiede l'Onu agli Stati Uniti d'America

L'Alto commissario dell'Onu per i Diritti Umani Navi Pillay chiede agli Usa: "Dobbiamo essere chiari su questa questione: gli Usa stanno violando chiaramente non solo i propri impegni ma anche le leggi internazionali e anche gli standard che sono tenuti a rispettare".
La richiesta è politica perché Guantanamo è un luogo dove la legge internazionale non si è rispettata per combattere il terrorismo, infatti si trova su una base fuori dal territorio statunitense.
La sicurezza spesso va oltre i diritti umani e un compromesso non è facile, infatti il terrorismo ha i suoi ispiratori e si dovrebbero colpire loro prima dei terroristi in armi, ma come spesso capita costoro non si amrano e mandno altri alla guerra, mentre loro stanno al sicuro.
Ecco perché Guantanamo è zeppa ..... presunti innocenti.

28 gen 2024

La guerra genera sempre profitti.

Per vincere la guerra e far trionfare la pace si dovrebbero utilizzare strategie che provochino la perdita economica dei guerrafondai.
Nel passato il bottino e i nuovi territori, ma anche gli schiavi da catturare, erano lo sprono principale dei conflitti.
Oggi abbiamo i canali commerciali e i traffici mercantili, nel Golfo Persico e nel canale di Suez per esempio, oltre al conflitto, storico, dei russi per aprire vie mercantili per il loro vastissimo territorio, che punta verso Occidente dai tempi della nascita dell'impero zarista.
Quindi basterebbe contrastare o trattare per risolvere queste questioni, che la pace giungerebbe.
Le varie ideologie, ormai appartenenti al passato defunto, non prendono in considerazione queste realtà, ancora si parla di buoni e di cattivi, ma mai di vittime, specialmente innocenti, che si trovano su tutti i fronti.
Gli Houthi filo iraniani hanno un particolare rispetto per le navi cinesi e non le colpiscono con i loro droni, di fabbricazione cinese.
Si scopre l'ambiguità della Cina in questo conflitto, o meglio si scopre il loro interesse verso la via della seta, che passerebbe proprio da quelle parti, attraverso il Golfo Persico e il Mar Rosso.
Stanno combattendo per il controllo dei traffici commerciali?
Temo proprio di sì e il fenomeno supera l'assurdo e l'idiozia.
Gli islamisti mediorientali si fanno armare da gente che odia più di tutti gli islamici e in casa loro li rinchiudono in campi di concentramento, dove di fatto muoiono lì, per gli stenti e le fatiche dei lavori forzati.
Sì, la religione e le ideologie sono solo scusanti per celare altri interessi, non si muore mai per una causa nobile e un Dio, ma spesso il Dio non si chiama Allah, ma quattrino.

3 mag 2021

Sinistra e casta, da burocrati per un potere sclerotico a strumento a servizio degli interessi finanziari disumani e spietati.

Lottavano per una società uniformata, dove la mediocrità trionfava ed era esaltata, appunto nello stile sovietico, dove era criminale pensare con la propria testa, poi, caduto il muro di Berlino, si sono messi a servizio del potere finanziario, degli interessi delle banche, della grande finanza mondiale.
La prima cosa che hanno fatto è stato tagliare il Servizio Sanitario Nazionale, per favorire quello privato, ovvero solo se hai i soldi vieni e verrai curato oppure crepi come un cane randagio.
Poi difendono gli immigrati, che sono dannosi e creano solo debito pubblico, come i dati dimostrano, ci raccontano idiozie sulla loro utilità, ma oggi conta quanto reddito si crea con il lavoro e non quanti manovali utilizzi in agricoltura, perché le nuove tecnologie stanno tagliando sempre più il lavoro, prima che il costo del lavoro in se stesso.
Diciamo che oggi la sinistra è formata da mercenari di interessi che li manipolano e prima o poi, la getteranno nella spazzatura.
Per ora tutti abbiamo visto che hanno preferito finanziare gli immigrati, per comprare i loro voti, gente dalla resa economica singola e di gruppo appunto da Terzo Mondo, sperando di mantenere il potere, ma stanno solo accrescendo in modo esponenziale il debito pubblico, che dovrà essere pagato, questo debito non sarà lasciato cadere, dimenticato.
Per pagarlo serve una vera riforma della democrazia rappresentativa, con meno politici professionisti e amici, parenti e affiliati al seguito.
Tagliando per esempio tutti i fondi donati per mantenere i parassiti, oggi quasi tutti di sinistra, si risolverebbe la questione del debito, in pochi anni, senza troppi sacrifici.
Serve una politica che premi chi si impegna e lavora onestamente, colpendo i vari parassiti furbastri.
Mi dispiace, ma vedremo anche le pulizie etniche, dei non adeguati al sistema produttivo, è la legge economica spietata e trionfante che in modo cieco la sinistra porta avanti.
Vedremo le navi zeppe di ex migranti, dei loro figli, riportarli nei ghetti del Sud del mondo, lo imporrà la stessa logica che oggi taglia l'assistenza sanitaria per i più poveri.
Combattere contro la politica della sinistra demenziale e irrazionale, di gente incapace di analizzare la situazione attuale e tutta intenta a conservare i vecchi privilegi......... spesso di origine medioevale, è un dovere umano.
La logica del profitto non perdona e se i migranti vorranno riportarci nel Medioevo sociale ed economico, verranno rispediti a crepare a casa loro.
Letta, Conte e tutti i suoi amichetti, passando da Grillo, con tanti altri che non si vedono e non si sentono, grazie a Dio, sono solo i nuovi passeggeri del Titanic, che la nave affondi non ho dubbi, ma io sono già sulla scialuppa, anzi, sono già in mare.

14 mag 2024

Il sistema italiano rischia di esplodere.

La certezza della pena rischia di restare solo una frase vuota da noi, poi ci sono delle sentenze che paiono delle barzellette, ma la stampa, spesso in coro, le difende.
Abbiamo le strade sempre più pericolose, i diritti elementari, come quello della casa, paiono messi in discussione.
Basta che bande criminali si impongono nei quartieri che uno può trovarsi a dormire in auto con famiglia, perché nessun giudice interverrà per ordinare lo sgombero della tua casa occupata. 
Sì, è evidente che una componente della classe politica sia apertamente in combutta con le varie cosche.
Lo era pure prima, ma mai si era arrivati a posizioni così aperte e chiare.
Perché gli italiani accettano tutto questo, non si infuriano, non pretendeno giustizia, contro la rete politica e criminale che si è imposta da noi?
Un tempo si taceva, perché si ambivano ai posti fissi, in comune, alle poste, meglio ancora presso i ministeri.
Oggi non si trovano più neppure gli impiegati comunali, lavori snobbati dai ragazzi, che vogliono fare tutti gli influencer, ma in pratica vogliono restare sulle spalle dei genitori sino alla vecchiaia.
Riassumendo, abbiamo le periferie in pugno alle bande criminali, le baby-gang crescono e diventano sempre più feroci.
La stampa progressista sta apertamente con il crimine e una parte del ceto medio, progressista, è per i diritti umani di tutti i delinquenti, compreso i tagliagole islamici.
Per spiegare queste assurdità bisogna fare un passo indietro e tornare al sistema clientelare nazionale, dove ciò che conta è appartenere a un gruppo per fare carriera, spesso per premiare i fedeli tesserati, con tessere sindacali e di partito.
Il partito ha la sua linea e il centralismo democratico resta la base di tutto questo, tutti devono pensarla in quel modo.
Se la pensi diversamente?
Non avrai il passaggio di carriera e i 50 Euro in più al mese in busta paga.
Gli italiani si vendono per poco e votano questo e quello, ma gente decisa a riempire le navi, da mandare oltre il mare, di clandestini dediti al crimine non se ne vedono.
Di persone che vogliono arrestate i malavitosi, nelle periferie, da far lavorare per pagarsi il vitto e l'alloggio dello Stato, non si notano.
Poi un giorno arriverà lui, l'uomo che farà arrivare i treni in orario, ma non lamentiamoci in futuro, sarà troppo tardi.

4 lug 2017

#Immigrazione in #Italia, #Invasione e #frontiere #chiuse oltre le Alpi - ARDUINO ROSSI

Ci stanno lasciando soli e il governo non ha gli attributi per reagire, mentre l’unica iniziativa che sanno proporre è la sciagurata ius soli, per fregare il futuro ai nostri figli e nipoti.
L’Austria metterà l’esercito alle frontiere, la Francia e la Spagna non vuole navi di migranti e li dobbiamo tenere tutti noi: prima o poi le rivolte scoppieranno, protette dai soliti pennivendoli minchioni che le giustificheranno, con del sociologismo intelligente quanto loro.
Tutto regolare quindi: l’Italia è sola e presa per il culo dalle istituzioni europee, mentre gli altri fanno i loro affari nazionali.

11 gen 2024

Il mercato delle armi e i suoi noti segreti.

Durante la guerra contro gli armeni, organizzata dal regime filo turco, dell'Azerbaigian, dove ci fu la pulizia etnica degli armeni, del Nagorno-Karabakh, la stampa rimase indifferente, quindi non si videro idioti sventolare bandierine in piazza.
Gli armeni, per il politicamente corretto dominante, possono tutti crepare e quindi i tossicodipendenti per le manifestazioni della Palestina libera non c'erano, avevano altro da fare, per esempio qualche spinello e qualche acido.
I turchi, così raccontava la stampa occidentale, ha delle fabbriche di droni, usati contro gli armeni, che avevano la colpa di essere stati vicini, per motivi strategici, alla Russia di Putin.
Invece la Turchia, terra desolata con un sistema economico e finanziario che fa la felicità degli speculatori, con la Lira Turca sempre più svalutata e che porta alla fame l'intero sovrappopolato Paese, è sempre utile e un tiranno come Erdogan non lo si trova tutti i giorni.
È utile e funzionale per tutti i giochi geopolitici del momento storico.
Non credendo alle abilità tecniche dei turchi, che dalla caduta dell'impero Bizantino seppero solo importare e comprare armi, ma mai costruirle da soli, per i soliti motivi culturali, ovvero dove c'è l'islam la razionalità sparisce, feci una breve ricerca su Internet e seppi quello che i nostri pennivendoli non volevano sapere.
I droni turchi in realtà erano solo assemblati in Turchia, ma erano stati creati in Canada, da una ditta canadese.
In pratica il Paese Nord Americano faceva il lavoro sporco, perché sicuramente, per motivi strategici e diplomatici, l'origine dei brevetti in questione era statunitense, poi il Canada li aveva ceduti alla Turchia, che li assemblava sul loro territorio.
A questo punto mi chiedo se i droni iraniani, la Turchia ha un rapporto di amicizia  malamente celato con gli sciiti iraniani, abbiano la stessa origine.
Pure gli stessi droni che colpiscono le navi commerciali nel Golfo Persico appartengono alla stessa famiglia, abbiano la stessa origine, di quelle turche che furono utili nella pulizia etnica degli armeni, nel Nagorno-Karabakh?
Altra domanda lecita ci porta a chiedere perché queste ditte, che favoriscono i tiranni islamisti, non vengono sanzionate, i responsabili non sono incarcerati?
La risposta è semplice, "finché c'è guerra c'è speranza". 
Tradotto in lingua parlata oggi questa battuta, di un vecchio film degli anni Settanta di Albero Sordi, può essere chiarita con il fatto che il motore dell'economia resta, continua ad essere, il consumismo bellico.
Se si producono armi e poi si distruggono, si favorisce la produzione di altre armi, spronando tutto il sistema industriale ed economico collegato. 
L'industria bellica trascina il mondo economico e quindi i venditori di armi, come ai tempi delle guerre contro i nativi americani, possono tranquillamente scambiare fucili in cambio di pelli e di pepite d'oro, poi la cavalleria statunitense sconfiggerà sempre i....... selvaggi.
Oggi si vendono armi in cambio di petrol Dollari, facendo passaggi evidenti, grazie a buffi tiranni, che assomigliano a comici, ma sono lasciati ai posti di comando perché qualcuno si arricchisce e tanti conoscono il gioco sporco, ma tacciono.

9 giu 2010

9/06 Iran, Israele e guerra umanitaria (Angelo Ruben)


Teheran invierà navi a Gaza per soccorrere gli abitanti con aiuti umanitari?
E' l'ultima provocazione del regime iraniano, che colpisce ancora: di umanitario il regime iraniano ha proprio nulla, ma questa è la conseguenza di una logica demenziale, portata avanti dai soliti pacifisti europei, quelli di professione.
Se questo è il sistema di portare la pace, come saranno i guerrafondai?

25 mar 2011

WWF: “PARTE DOMANI IL GIRO DEL MONDO A LUCI SPENTE PER UN FUTURO


SABATO 26 MARZO 20.30-21.30: L’ORA DELLA TERRA
WWF: “PARTE DOMANI IL GIRO DEL MONDO A LUCI SPENTE PER UN FUTURO SOSTENIBILE E SICURO”

TUTTI I NUMERI DELL’EARTH HOUR: adesione record di 134 Paesi del mondo,
oltre 200 Comuni italiani spegneranno castelli, torri, fontane, piazze e sedi istituzionali

IL MESSAGGIO DI BAN KI-MOON: “60 minuti di buio per aiutare il mondo a vedere la luce”
E IN TUTTO IL MONDO UN MINUTO DI SILENZIO PER IL GIAPPONE

A ROMA GREEN CARPET IN PIAZZA NAVONA CON DE SICA E ROSOLINO
Prima volta per Duomo di Milano e Ponte Vecchio a Firenze e decine di iniziative in tutta Italia

Programmi su www.wwf.it . Sezione foto&video per caricare le proprie loro foto della serata

È il messaggio del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon a lanciare il conto alla rovescia finale verso l’Ora della Terra del WWF, il più grande movimento globale per il pianeta mai organizzato, che domani 26 marzo coinvolgerà centinaia di milioni di persone, nel numero record di 134 Paesi – e oltre 200 Comuni italiani, quasi il doppio dell’anno scorso - in un simbolico giro del mondo a luci spente attraverso tutti i fusi orari, per dimostrare che il mondo è pronto ad affrontare la lotta al cambiamento climatico e costruire fin da oggi un futuro sostenibile.

"In tutto il mondo gli individui, le comunità, le imprese e i governi stanno realizzando nuove idee e tecnologie per creare un futuro comune sostenibile” ha detto il segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon. "Domani, uniamoci insieme per celebrare questo sforzo comune per proteggere il pianeta e garantire il benessere umano. Usiamo 60 minuti di buio per aiutare il mondo a vedere la luce".

“Il WWF ha deciso di mantenere vivo lo spirito dell’evento, nonostante la tragedia in Giappone, il rischio nucleare e i combattimenti in corso nel Mediterraneo, perché l’Ora della Terra dà un messaggio globale di speranza, in un futuro sostenibile per il Pianeta, in un benessere reale per le persone” ha detto Stefano Leoni, presidente del WWF Italia. “A tutti chiediamo un impegno che vada oltre il gesto simbolico e duri nel tempo, come suggerisce il nuovo logo 60 “più”, per costruire ogni giorno un futuro sostenibile, in cui l’umanità viva davvero in armonia, con la Natura e con se stessa.”

“Oggi abbiamo disponibili tecnologie pacifiche, pulite, rinnovabili e sicure, e tante altre ne potremo creare con il  nostro ingegno – ha detto Mariagrazia Midulla, responsabile Clima e Energia del WWF Italia - Ma insieme alle tecnologie, faranno la differenza le pratiche quotidiane di individui, comunità, imprese, Governi, per azzerare le emissioni di gas serra e usare in modo saggio ed equo le risorse naturali che il pianeta ci offre.”

UN MONDO DI SPEGNIMENTI
Il via all’emozionante “domino” di spegnimenti globali, che in tutto il mondo sarà aperto da un minuto di silenzio per le vittime in Giappone, scatterà domani nelle isole Fiji e in Nuova Zelanda alle 20.30 locali (7.45 ora italiana), per proseguire attraverso tutti i fusi orari, in 134 Paesi su tutti e 7 i continenti, in tutti i Paesi del G20 e in migliaia di città, di cui oltre 200 in Italia. Resteranno al buio icone mondiali come la Tour Eiffel, l’Empire State Building, il Cristo Redentore di Rio, Times Square a New York, il Big Ben, l’Acropoli di Atene, la porta di Brandeburgo, l’Opera House di Sidney, meraviglie naturali come le Cascate del Niagara e le Cascate Victoria, il castello dei reali di Svezia, la più grande moschea degli Emirati Arabi Uniti, quattro dei cinque grattacieli più alti del mondo, compreso il più alto Burj Khalifa a Dubai, 828 metri, che da solo spegnerà circa mezzo milione di luci.
E quest’anno l’evento ha varcato i confini di nuovi Paesi in via di sviluppo o dagli incerti equilibri politici e sociali, come l’Iran, la Palestina, il Libano, la Giamaica, l’Uganda, Swaziland, Tajikistan, Azerbaijan e Uzbekistan, Trinidad&Tobago, Lesotho e Ciad, che si spegneranno per la prima volta.


TUTTI I NUMERI DALL’ITALIA
In Italia, dove sono scesi in campo testimonial come Marco Mengoni, Paola Maugeri, Massimiliano Rosolino, Vittorio Brumotti, Francesco Totti, Camila Raznovich e il personaggio d’animazione Pocoyo, hanno aderito più di 200 tra amministrazioni e Comuni, di cui oltre 40 capoluoghi, che dedicheranno la serata al pianeta mettendo in luce, o meglio al buio, le perle storico-artistiche del nostro territorio, dalla classicità romana agli sfarzi barocchi, dai borghi medievali fino agli edifici più moderni.
Eventi centrali in piazza Navona a Roma, con green carpet di celebrities a partire da Christian De Sica e Massimiliano Rosolino,  e sotto il Duomo di Milano, che si spegne quest’anno per la prima volta. Ma si spegneranno anche icone come il Colosseo a Roma, il Ponte Vecchio a Firenze, la Torre di Pisa, l’Acquario di Genova, il Maschio angioino, la Basilica di Superga, piazza del Campo a Siena, la Valle dei Templi di Agrigento, piazza Pretoria a Palermo e piazza Duomo a Siracusa.
Lungo tutto lo stivale resteranno al buio almeno 25 tra rocche, fortezze e castelli, tra cui il Castello Sforzesco di Milano, la rocca albornoziana di Spoleto e il Castello di Federico II a Lucera, una quindicina di torri, tra cui quelle degli Asinelli a Bologna, interi borghi saranno illuminati da fiaccole, e si spegneranno una decina di porte e mura difensive, compresa la suggestiva cinta muraria di Monteriggioni. E poi una trentina tra chiese, abbazie, basiliche e campanili, sette ponti di cui quattro a Parma e dieci fontane, come la fontana dei Quattro fiumi di Piazza Navona o la fontana maggiore di Perugia. Tra gli edifici più moderni, il grattacielo Pirelli di Milano e la speciale copertura esterna del nuovo Palazzo Costa a Genova. Più di 40 i palazzi comunali o le sedi istituzionali­ che per l’occasione spegneranno le luci, decine le piazze. E poi, interi tratti di lungomare su Adriatico, Ionio, Tirreno, oltre alle vie centrali di Riccione. Una serie indefinita di monumenti, statue, corsi, scuole, ville e palazzi storici, chicche come la Cartiera papale di Ascoli Piceno, e per i più romantici, anche una “passeggiata dell’amore” a Cassinetta di Lugagnano (MI). Tra tutte le regioni, ad aggiudicarsi a oggi il primato degli spegnimenti è la Campania con 31 Comuni, seguita da Toscana e Abruzzo che ne hanno coinvolti rispettivamente 26 e 21.

Dal mondo delle imprese, che oltre a impegnarsi nella riduzione delle proprie emissioni di CO2 e della propria impronta sull’ambiente, hanno aderito all’Ora della Terra, si spegneranno o si abbasseranno le luci, nel rispetto delle norme di sicurezza, sulle 14 navi di Costa Crociere in navigazione in Mediterraneo, Sud America, Emirati Arabi, Caraibi, Oceano Indiano, Estremo Oriente, nei 51 ipermercati Auchan di tutta Italia, nei negozi IKEA (che in 15 piazze distribuirà le bulb box per il corretto smaltimento delle lampadine efficienti), in 47 edifici europei del Gruppo UniCredit, di cui 9 in Italia, in 44 sedi direzionali, oltre all’insegna della direzione generale di Roma Eur, del Gruppo Poste Italiane, le sedi Terna di Roma, Torino, Milano, Padova, Firenze, Napoli, Cagliari e Palermo, le insegne dei tre stabilimenti di Birra Peroni a Roma, Bari e Padova, e di tutti gli stabilimenti italiani di Sofidel (marchio Regina). Luci spente anche nelle vetrine di Dodo (anche a Parigi e Dusseldorf) e Camomilla Italia, nelle sedi di Epson e Epson Meteo, DHL–supply chain, Berendsohn Italiana Spa e Tetra Pak. Per la catena Starwood Hotels and Resort, luci soffuse a Roma nel Westin Excelsior e St. Regis, mentre il Westing Palace di Milano e l’Hotel Danieli di Venezia organizzano cene a lume di candela. Coca-Cola HBC Italia sospenderà invece ogni tipo di consumo energetico per un’ora in tutti i suoi uffici e impianti produttivi sul territorio.

Decine le iniziative organizzate lungo tutto lo stivale da oltre 65 gruppi locali del WWF e per l’occasione, apertura straordinaria e iniziative speciali in circa venti Oasi WWF, per suggestive escursioni notturne, osservazione di stelle, rapaci o insetti notturni, cene a lume di candela, convegni, concerti o iniziative davvero uniche come la costruzione di bici che producono elettricità con cui illuminare lo spettacolo serale “Pronto Mondo?!?!” all’Oasi Gole del Sagittario (Anversa degli Abruzzi).

LE INIZIATIVE ONLINE
Altissima la partecipazione alle iniziative online, attraverso speciali applicazioni per twitter, myspace, youtube, i-phone, e italiani nella top ten globale per numero di messaggi arrivati sulla piattaforma globale “Beyond the hour” (www.wwf.it ), in cui migliaia di persone, ma anche imprese e istituzioni, hanno dichiarato in tutte le lingue il loro impegno per il pianeta, dalle 83 città cinesi, tra cui Shangai che creerà 1000 ettari di nuovi spazi verdi urbani o Chengdu che distribuirà 60.000 biciclette in aree centrali della città, fino alle testimonianze dei più giovani, come il rap della scuola media di Terni che in questi giorni sta facendo il giro del web. E sono tantissime le idee arrivate dai ragazzi di Repubblica@Scuola per rendere la propria scuola più sostenibile. Le migliori riceveranno un contributo di 5000 euro offerto da Electrolux per avviarne la realizzazione.

TUTTI INVITATI A CARICARE LA PROPRIA FOTO DELLA SERATA NELLA SEZIONE FOTO&VIDEO SUL SITO WWW.WWF.IT/ORADELLATERRA

I PATROCINI
L’Ora della Terra 2011 ha ricevuto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, del Ministero dello Sviluppo Economico, dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), dell’Unione Province d’Italia (UPI), dell’Associazione Comuni Virtuosi, del Coordinamento Agende 21 Locali Italiane. Ha già aderito anche l’Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani (AGESCI).

I MEDIA PARTNER
LE INIZIATIVE SPECIALI CON REPUBBLICA.IT: Per “La mia scuola non divora il pianeta”, gli studenti del canale Repubblica@scuola stanno elaborando idee per rendere la propria scuola più sostenibile; gli elaborati più efficaci riceveranno un contributo economico offerto da Electrolux per avviarne la realizzazione. Inoltre, tutti invitati a inviare un video di max due minuti con la propria azione “green” per l’iniziativa “Ciak! Si gira la tua azione per il pianeta”; i migliori saranno pubblicati online e premiati con la maglietta di Earth Hour.
IL FREE PRESS METRO: ha aderito all’Ora della Terra e sta invitando i propri lettori ad aggiungere la propria azione “green” alla piattaforma globale su www.wwf.it  firmando “lettore di metro”. I migliori verranno pubblicati sul giornale.
RTL 102,5 e HALLMARK coinvolgeranno ascoltatori e spettatori attraverso gli spot dell’iniziativa e rubriche dedicate.

Roma, 25 marzo 2011
Contatti stampa WWF Italia: 06 84497213, 349 0514472 f.mapelli@wwf.it

2 dic 2023

Lavoro sottopagato e nuove tecnologie.

La crescita dei posti di lavoro pare una buona notizia, mentre i redditi dei lavoratori invece calano, specialmente per i lavori di bassa specializzazione.
Mentre attendiamo i robot camerieri, spazzini e manovali, oltre che gli impiegati vengano sostituiti in massa dall'Intelligenza Artificiale, i salari non bastano più, ovvero i lavoratori, certi lavoratori, sono sempre meno pagati.
Il gioco criminale, io lo chiamo così, funziona e chi ci guadagna è sempre chi detiene molti soldi, investiti non in immobili, o tenuti sotto il materasso, ma gestiti dalle banche con i vari fondi di investimento, ovviamente ben controllati.
Quindi i migranti servono, per ora, ancora un po', ma non troppo, mentre i salari scendono per la concorrenza delle nuove tecnologie e per l'arrivo di tutti questi disperati, pronti a tutto, a tutti i lavori onesti e disonesti, anche criminali.
Chi comanda e protegge tutto questo?
Non è la classe politica, non sono i faccendieri corrotti e corruttori, i cardinali che pagano il trafficante uscito dai centri sociali, come insegna la cronaca nera attualmente, ma sono certi interessi che favoriscono oggi l'invasione.
Domani, quando il costo di queste folle sarà superiore agli utili ricavati, vedremo le navi stracariche di costoro rispedite in Africa, in Asia.
Il meccanismo è solo questo, però i salariati nazionali, i ceti più deboli, pagano da noi, ma nessuno li difende, anzi i sindacati fanno politiche a difesa dei privilegiati del parastato, ma nulla più, oltre alla solita retorica di casta.
Diciamo, che oltre ai grandi proclami, zeppi di frasi vuote e insensate, non hanno mai fatto nulla per i lavoratori.
Sì, attendiamoci un mondo sempre più diviso in due parti, pochi ricchi e tanti poveri, con sempre meno ceto medio intermedio.
Le soluzioni per arginare tale sciagurato futuro ci sono, per esempio portando scuola e pensiero razionale, con Internet si può fare, in ogni angolo del pianeta.
Così avremo meno gente che metterà al mondo figli come conigli, sperando invece in una ripresa della natalità da noi, anche questa lo insegna la razionalità. 
Siamo in 8 miliardi e la ricchezza globale resta sempre nelle mani di pochi, per cambiare le sorti dei tanti basterebbe che loro possano apprendere un po' di logica e di razionalità, così loro metterebbero al mondo quanti figli riescono a mantenere, dando a loro un futuro in patria, a casa loro.
Concludendo, per vincere la povertà dei lavoratori nazionali, favorendo sempre più il ricambio tecnologico, servono i porti chiusi e nulla più, oltre a politiche intelligenti che favoriscono i robot e l'intelligenza Artificiale, combattendo gli imbecilli che cercano di fermare la storia.

4 ott 2013

Onu e i burocrati che ringraziano Kyenge e Boldrini... Dio ci salva

Il portavoce dell'Alto commissariato Onu per i diritti umani Navi Pillay, parla dell'Italia, offendendoci:  "segna un grande e apprezzato cambiamento nell'atteggiamento delle autorità italiane".
Le due signore sono note per le loro posizioni anti democratiche, prima fra tutte la voglia di censura: si sa che l'Onu sperperà almeno la metà delle sue emtrate in burocrazia e stipendi, quindi possiamo ridere o piangere per queste parole, vergognandoci dei pennivendoli nazionali, anche loro cosa farebbero se non ci fosse chi li pagherebbe, poverini. 

15 ott 2010

DON MARIO CUGUSI, EX PARROCO DI SANT'EULALIA

Dietro le quinte del clamoroso trasferimento


di Fabio Manca


“Ho obbedito solo alla mia comunità, non ad altri”. Anche nella sua ultima omelia, domenica scorsa,


nel giorno dell’addio ai fedeli di Sant’Eulalia, don Mario Cugusi ha sottolineato il dissenso con


l’arcivescovo Giuseppe Mani. Che il 17 luglio scorso aveva comunicato la sua sostituzione con don


Marco Lai, giustificandola con la necessità di cambiare guida alla parrocchia dopo trent’anni, a


centinaia di fedeli scossi e arrabbiati che gremivano la chiesa della Marina. Fedeli increduli, che


rumoreggiavano così tanto che Mani disse “Questa non è chiesa, è baracca”. Ne era seguita una dura


contestazione che passerà alla storia. Perché mai nessuno, in questa città, aveva gridato “buffone” a


un arcivescovo, mai nessuno gli aveva intimato, a muso duro, di andarsene. Mai nessuno lo aveva


inseguito mentre andava via sull’auto blu rivolgendogli improperi di ogni genere.


Ora che l’addio si è consumato, a tre mesi da quell’episodio, si può fare un’analisi serena del perché


tutto ciò è accaduto. Don Cugusi è un uomo colto, un filosofo che impregna le sue prediche di


citazioni, capace di andare oltre il vangelo. Un prete aperto e curioso, ecumenico nel senso più


moderno. Nel 1980 arriva in un quartiere povero e rassegnato come un rianimatore che deve


riportare alla vita un paziente grave. Riporta l’oratorio al centro del quartiere, lo apre agli


extracomunitari testimoniando la carità, organizza corsi per badanti ucraine, apre loro la chiesa del


santo Sepolcro, ristruttura la parrocchia, apre il teatro all’esterno. Appassionato di archeologia,


intuisce che il rilancio del quartiere passa anche attraverso la valorizzazione delle sue potenzialità.


Per questo apre una campagna di scavi sotto la chiesa e riporta alla luce pezzi di città. Diventerà il


museo di Sant’Eulalia. Si batte perché il rudere della facciata della chiesa di Santa Lucia di via


Sardegna, transennato da anni e ricettacolo di barboni e sporcizia, venga ristrutturato e valorizzato.


Succede, almeno in parte. E Marina, il primo luogo che i turisti in arrivo dalle navi da crociera (ma


non solo) visitano quando arrivano in città, diventa un quartiere vivibile: aprono negozi, si


moltiplicano i ristoranti. Il Comune fa il suo: ripavimenta le strade, pedonalizza il rione.


Ma Don Cugusi ha due difetti: dice sempre quello che pensa, anche quando contrasta con la linea


dell’arcivescovo e con le indicazioni del sinodo diocesano, è molto attaccato al suo quartiere e alla sua


gente. Dice così tante cose che quando l’arcivescovo toglie alla parrocchia il controllo della


Congregazione del Santissimo Crocifisso della Marina, nata per finanziare i poveri e altre attività del


quartiere, lo contesta dall’altare. E va oltre: scrive un libro raccontando la storia e l’epilogo, poco


chiaro. Sostiene, tra le altre cose, che con i soldi destinati alla gente della Marina, l’arcivescovo ha


ristrutturato parte del seminario facendone un campus per studenti.


Il conflitto con Mani, nato cinque anni fa quando ci fu un primo tentativo di sostituzione, cresce di


settimana in settimana. I due si tollerano per cinque anni. Poi accade un episodio che, secondo molti,


segna l’epilogo del rapporto. Un diacono cagliaritano, a Roma per concludere il percorso che lo


porterà a indossare la tonaca, denuncia di aver assistito a un rapporto sessuale tra un alto prelato


romano e un ragazzo ospite di un seminario romano. Per questo la sua ordinazione viene rinviata sine


die dall’arcivescovo. La comunità parrocchiale che da anni supporta Cugusi viene a conoscenza


dell’episodio e inoltra una lettera formale alla Congregazione per il clero, Città del Vaticano.


Dicono che Mani ritenga Cugusi il mandante di quella lettera. Certo, la tensione aumenta. A metà


luglio la notizia della sostituzione e la contestazione.


L’arcivescovo ha sempre avuto una linea chiara: sostituisco don Cugusi perché trent’anni in una


parrocchia sono tanti. Ed ha sempre ricordato che i sacerdoti devono obbedienza a Dio e


all’arcivescovo. E dunque devono accettare ogni decisione. Cugusi non accetta. In lacrime, il giorno


dopo la contestazione, dice pubblicamente che la sua testa è stata chiesta dalle congregazioni. Ragioni


di interesse economico, insomma.


Attorno a questa vicenda si consuma un corollario di accuse, ripicche e tentativi di mediazione. Il


consiglio pastorale, composto da intellettuali di varia estrazione culturale, attacca Mani e ne denuncia


l’autoritarismo e la mancanza di dialogo. Alcuni parroci in vista, come don Ettore Cannavera,


provano a mediare, chiedono a Mani di recedere dalla decisione di trasferire Cugusi, denunciano un


malessere diffuso nella diocesi, sia nel clero che tra i laici, che tuttavia non emerge mai in modo


chiaro. Il Portico, giornale della diocesi, raccolta la verità dell’arcivescovo. Nasce un periodico


alternativo, cresia.net, che raccoglie le voci del dissenso.


Don Cugusi ora è senza parrocchia. Attende ordini. E a Sant’Eulalia, domenica prossima, arriverà un


nuovo parroco. Un uomo di peso: don Marco Lai.

8 giu 2010

8/06 Israele e Iran 2010.. la nave della discordia (Angelo Ruben)


Teheran invierà navi a Gaza per soccorrere gli abitanti con aiuti umanitari?
E' l'ultima provocazione del regime iraniano, che colpisce ancora: di umanitario il regime iraniano ha proprio nulla, ma questa è la conseguenza di una logica demenziale, portata avanti dai soliti pacifisti europei, quelli di professione.
Se questo è il sistema di portare la pace, come saranno i guerrafondai?