18 mag 2010

18/5 Il lavoro in nero e la legge sul lavoro che lo favorisce (Mecca Elisa)



Si sta discutendo al senato la legge sul lavoro, con la norma sull’arbitrato privato, non più davanti al giudice del lavoro, per contrasti tra datori di lavoro e dipendenti.
Questa legge, tanto voluta dalla maggioranza, che esprime una cultura imprenditoriale antica, sta favorendo inevitabilmente l’espulsione dei lavoratori, poi per farli rientrare nel mondo terribile del lavoro nero.
Lo schiavismo moderno sta giungendo a livelli assurdi, ma la perdita dei diritti comporta un arretratezza tecnologica: solo un costo del lavoro accettabile può spingere gli imprenditori a investire in nuove tecnologie, altrimenti si vince la concorrenza portando i lavoratori alla fame, facendo arretrare il Paese.

18/5 Il tempo determinato e le nuove leggi sul lavoro (Teresa Togni)



Sono 100 gli emendamenti presentati al “collegato lavoro”, all’attenzione della commissione Lavoro del Senato.
Circa sessanta vengono dal Pd e 33 dall’Idv e si discuterà in aula il 26 maggio: in discussione è l’innovazione sull’arbitrato, estraneo ai giudici del lavoro e a favore chiaramente dei datori di lavoro.
Si parla pure di licenziamento a voce per il lavoro determinato, che favorirebbe una grande confusione e il lavoro nero: pare che la maggioranza sia tutta impegnata a togliere diritti ai lavoratori, con una cultura che si può definire da padron delle ferriere, antiquata e pericolosa per lo sviluppo economico dell’Italia.

18/5 Carla Fracci e la rabbia per l’opera di Roma (Maria Valota)



Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno è stato aggredito verbalmente da Carla Fracci: ''Vergogna, vergogna, per due anni non mi ha mai ricevuto''.
Carla Fracci era arrabbiatissima per la sorte del Teatro dell'Opera di Roma: contesta il decreto di riforma delle Fondazioni liriche.
Carla Fracci ha spiegato il perché di questa sua sfuriata: ''Non sono cose che dico per me, ma per il futuro di questo teatro''.
Le difficoltà dei teatri sono note e i soldi mancano, soprattutto per la scienza e la cultura: si vede che a questa maggioranza la conoscenza non interessa, l’arte non piace e preferiscono un popolo amante solo del Grande Fratello, dell’Isola dei famosi, della Pupa e il Secchione.

18/5 Moglie e figli di Marrazzo, la famiglia innanzi tutto? (Barbara Valota)



Il trans Natalì accusa solo i carabinieri per il ricatto dei 100mila euro: "I carabinieri volevano centomila euro, altrimenti avrebbero chiamato la stampa per rovinare Marrazzo".
Prosegue la transessuale difendendo Marrazzo: “…quella mattina ho aperto la porta, avevano bussato dicendo di essere carabinieri. In casa non c'era droga, non c'erano altri trans, non c'era Cafasso, c'eravamo solo io e Piero e hanno fatto il filmato".

18/5 La famiglia di Piero Marrazzo (Michele Belotti)



Marrazzo avrebbe fatto bene a pagare per salvare la famiglia e il suo “onore”?
La trans Natalì così spiega il “triste” avvenimento dell’ex Governatore della Regione Lazio: "E' stata una trappola fatta dai carabinieri, le altre trans per invidia hanno detto che c'entravo anche io".
La famiglia per noi italiani è tutto e l’immagine che ne esce, dopo un fattaccio simile, porta alla distruzione dei rapporti interni, normalmente.
Marrazzo era già separato, ma un minimo di immagine serve sempre, per tutte le carriere, anche se il mondo è un po’ avariato oggi, oltre all’immagine positiva o negativa e tutto è normale, anche ciò che non lo è.

18/5 Pietro Marrazzo, un video tutto per lui (Angelo Ruben)



Durante l'incidente probatorio, la trans Natalì ha dichiarato che l'ex governatore del Lazio Piero Marrazzo aveva subito un ricatto da 100mila euro da parte dei carabinieri.
Il filmato via Gradoli doveva essere ripagato per questa somma, i carabinieri “infedeli” così si sarebbero fatto la loro pensione alternativa.
Il trans Natalì non affidabile?
Si vedrà, ma tanti punti oscuri sono celati in questa vicenda e qualche sospetto porta oltre ai carabinieri in cerca di denaro facile.

18/5 Piattaforma petrolifera e la marea nera (Paolo Ross



Il siringone fa il suo dovere e il pozzo, in fondo all’oceano Atlantico,nel bel mezzo dello stupendo Golfo del Messico, che sgorga petrolio senza freno sarà arrestato in 7, 10 giorni.
Ad affermarlo è stata la compagnia petrolifera Bp: quello che viene definito il siringone è un tubo che scende in profondità ed aspira il petrolio, si è riparerà pure la valvola difettosa del pozzo e si sigillerà il tutto con un cemento speciale.
Ecco trovata la soluzione ai problemi, al più grande disastro ecologico del pianeta: forse occorreranno decenni per riportare il mare come era prima, forse alcune specie di pesci si estingueranno e la soluzione c’era.

18/5 La Piattaforma petrolifera (Antonio Rossi)



Ora il siringone farà il suo dovere e il pozzo petrolifero verrà sigillato, ma probabilmente a convincere la Bp a trovare una soluzione è stata l’ipotesi di Obama: impedire di fare altre trivellazioni in oceano.
Così la soluzione per la Bp è giunta, quasi miracolosa: dopo i primi goffi tentativi di fermare la fuoriuscita del grezzo con cupole e cupolette.
Si vede che la politica e l’opinione pubblica che spinge può aiutare a un maggior rispetto dell’ambiente, anche se in questo caso il disastro è di dimensioni catastrofiche.

18/5 Iran e Obama e le trattative difficili (Mecca Elisa)



Obama non ha preso seriamente l’iniziativa autonoma del Brasile e della Turchia, anzi tutto questo porterà a scelte che allontaneranno sia il Brasile dagli interessi statunitensi, ma in particolare la Turchia, che rischia di essere così riassorbita dal fondamentalismo islamico una volta staccatasi dallo spirito dell’Occidente.
Intanto lo scontro tra Iran e Obama nasconde problemi economici, culturali e di interessi differenti. L’Iran produce petrolio e stabilisce il suo prezzo sul grezzo, il mancato controllo del prezzo del petrolio porterebbe causare disastri economici in Arabia Saudita e in altri Paesi produttori, noti per i loro immensi debiti.
Gli Usa devono controllare il prezzo del grezzo, ne va della stabilità mondiale.

18/5 Iran e il nucleare, accordo con Brasile e Turchia (Maria Valota)



La Casa Bianca non fermerà la sua iniziativa contro l’Iran, embargo ed altro, anche se si è firmato un accordo tra Brasile, Turchia e Iran.
Si avranno nuove sanzioni Onu contro l'Iran perché gli Usa non mantengono le loro “gravi preoccupazioni: L’intervento del Brasile, potenza regionale e quello della Turchia, guidato da un “islam” moderato sta dimostrando che esistono nuove realtà politiche locali che vogliono mostrare il loro volto, differenziandosi dalla grande potenza Usa.